Zombi 3 | Recensione film

zombi_3Un ritrovato scientifico coperto da top secret (nome in codice Death One) viene trafugato, all’interno di una base segreta militare, da un gruppo di terroristi. Durante la fuga dal laboratorio di ricerca batteriologica, un terrorista (che porta con sé una boccetta del composito) viene intercettato e colpito da una raffica di mitragliatrice da un elicottero. La rottura della fiala, e seguente fuoriuscita del composto chimico, infettano il portatore, che si rifugia all’interno di un motel…
Presto i sintomi dell’infezione si manifestano con spaventose conseguenze: virulente pustole appaiono sul corpo del malcapitato che, ormai fuori controllo, assale una cameriera (infettandola)…
L’uomo, dopo essere stato rintracciato ed ucciso, viene cremato onde evitare un possibile contagio su scala nazionale…
Ma il fumo disperso nell’aria, mescolatosi ad un torrenziale diluvio, infetta prima un gruppo di uccelli, quindi una zona residenziale, immediatamente posta sotto controllo sanitario.
Poiché l’esito del contagio mostra effetti devastanti (i contaminati sono aggressivi e si nutrono di carne umana), dalla base militare arriva l’ordine di sterminare chiunque: turisti, residenti e “zombi”…
Tre militari in permesso ed un gruppo di ragazzi si incontrano casualmente, e dovranno confrontarsi con le spaventose creature, ma non solo: quando s’imbattono nei militari della “decontaminazione” la loro vita appare, per quanto possibile, ancora più a rischio…

Zombi 3, che avrebbe sancito il ritorno di Fulci all’horror dopo un’assenza prolungata dovuta ad una preoccupante malattia, si rivela un’esperienza al limite del tragico per il regista: su questo set nascono tutta una serie di incomprensioni con il soggettista (Claudio Fragasso) che decretano, sin da subito, un forte contrasto tra i due “colleghi”…
Girato nelle Filippine, e con un budget quasi ridicolo, il film venne abbandonato a metà riprese da Fulci e portato alla conclusione da Bruno Mattei (Virus, Rats) e Claudio Fragasso (poi regista di After Death, circolato nel mercato estero come Zombi 4) i quali, metaforicamente, nel film interpretano due soldati del crematorio che sparano ad un uomo grasso e fortemente somigliante al regista romano.
Nel complesso, pur partendo dal presupposto che l’idea centrale (quella del contagio diffuso dalle polveri generate nel forno) è la stessa del più noto Il ritorno dei morti viventi di Dan O’Bannon, il film lascia comunque il segno per una serie curiosa di effetti splatter e gore (una sequenza/parto che verrà poi ripresa nel remake L’alba dei morti-viventi) e per la presenza nel cast di Luciano Pigozzi (alias Alan Collins, volto celebre per le sue interpretazione nei gotici italiani) e Deran Sarafian, prolifico regista/attore di horror/thriller (quasi mai memorabili)…
Da segnalare la sequenza (derivata da Macabro di Lamberto Bava) di una testa mozzata posta all’interno di un frigo, ed in grado di avventarsi contro un incredulo -più che spaventato- protagonista….
Siamo lontanissimi dal precedente capitolo (di tutt’altro spessore) diretto da Fulci, ma se si riesce a chiudere un occhio sulla sceneggiatura (e soprattutto sulle interpretazioni) e ci si abbandona all’atmosfera (cui contribuisce una buona colonna sonora), il divertimento è assicurato…

Recensione a cura di Undying1

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Barbara Torretti
Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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