Who’s Watching Oliver |Recensione Film

Diretto da Richie Moore, Who’s Watching Oliver (Thailandia, USA – 2018) è un film horror tagliente che immerge lo spettatore in un contesto dominato da tristezza, umiliazioni e violenza. Caratterizzato da una buona regia e da una fotografia molto curata (sempre a cura di Richie Moore), Who’s Watching Oliver vede il suo punto di forza nella sceneggiatura e, soprattutto, nella prova recitativa di Russell Geoffrey Banks. L’attore (nonché sceneggiatore del film insieme a Richie Moore), regala al pubblico una performance spettacolare, tanto da incarnare un iconico ed indimenticabile omicida.

Who’s Watching Oliver sonda il terreno della malattia mentale e dei problemi da essa scatenati come quelli connessi al comportamento e alla sfera emozionale, con conseguenti ripercussioni nella vita sociale. Il film di Moore gioca sui disturbi d’ansia e sugli impulsi del protagonista che, come affetto da disturbo borderline, si lascia andare ad azioni abominevoli seguite poi da vergogna e dal senso di colpa.
Tale comportamento è in realtà una risposta automatica agli anni di maltrattamenti, torture e abusi subiti da parte dei genitori che Oliver chiama “mostri”.

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La mancata autostima, l’insicurezza e la paura dell’abbandono portano Oliver a considerare la figura materna (Margaret Roche) come unico punto di riferimento. Motivo per cui, come un involucro senza anima, si lascia umiliare dalla donna accontentando i suoi più perversi desideri. Ed ecco che Who’s Watching Oliver sfocia nelle perversioni (voyeurismo, urofilia, sadismo) condendo il tutto con esplosioni emotive intense e incontrollabili, nevrosi, disperazione e momenti strazianti che mettono in rilievo il fragile stato emotivo di Oliver.

Molto esplicito nei nudi e nel sangue, Who’s Watching Oliver è uno shockante viaggio infernale nella mente del protagonista. Con le sue manifestazioni comportamentali e mentali (corredate anche dal disturbo del linguaggio), Russell Geoffrey Banks incarna alla perfezione una vittima divenuta carnefice. L’orrore compiuto passa in secondo piano e diventa quasi una cornice che adorna la sua vita già distrutta.
Ricco di tensioni e di colpi di scena, il film è infatti una vera e propria indagine nella psicologia di questo tormentato personaggio che tuttavia è in grado di amare.
Il finale, molto rilevante, regala inoltre un inaspettato squarcio di amore malato.

In Who’s Watching Oliver, il rapporto ossessivo e morboso tra Oliver e la madre ricorda quello di Psycho (1960) e, per certi versi, anche quello di Maniac (2012).

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Nel cast: Russell Geoffrey Banks, Sara Malakul Lane, Margaret Roche, Cecilia Belletti, Champagne Nuttanun e Kelly Woodcock. Il film è prodotto da Raimund Huber ed Aki Komine.

Trama: il solitario Oliver è un uomo mentalmente instabile che di notte vaga senza meta per le strade della città alla ricerca di vittime. Intrappolato in una vita umiliante e frustrante in cui riesce a reagire solo con la violenza, Oliver trova nella dolce ed ingenua Sophia (Sara Malakul Lane) un’ancora di salvezza.

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Barbara Torretti
Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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