La maggior parte dei tedeschi sono fondamentalmente pacchiani, è una cosa che hanno nel DNA.
La raffinatezza non trova certamente casa nella terra dei crauti e del gothic.
Sì, perché la Germania negli anni ’90 si è sostituita all’Inghilterra come patria del gothic (è così che in tutto il mondo viene chiamato il movimento che solo in Italia prende il nome di dark) sfornando anche prodotti di ottima qualità e raffinatezza.
Non è il caso tuttavia degli Umbra Et Imago.
Se dovessi giudicare questo prodotto da diversi fattori di contorno il mio giudizio sarebbe impietoso. Accompagnati sul palco da show erotici di dubbio gusto che ammiccano al sesso più volgare e patetico, donne nude che giocano con fruste e stereotipi vari da voyeur disperati, immagine (guardare il leader per credere) al limite del ridicolo, testi che rasentano lo zero per profondità.
Eppure in patria – e non solo – gli Umbra Et Imago sono osannati, e questo dimostra quanto il gusto non alberghi in Germania.
La mente di questo progetto è un certo Mozart, non ho mai capito se sia il suo vero cognome o un nome d’arte, fatto sta che un individuo del genere non meriterebbe di fregiarsi di tale nome, perché è quasi un insulto all’arte, che giocando sull’immagine (in maniera patetica) è riuscito a spopolare in un mondo (quello dark) dove negli anni ’90 è rimasto solo questo – il lato esteriore appunto – di un movimento dalle radici ben più profonde.
Nonostante questi fattori fortemente deterrenti, la musica degli Umbra Et Imago è meno peggio della loro immagine; niente di eccezionale si intenda, piena di stereotipi e clichè ed una certa ‘pacchianeria’ di fondo innata, tuttavia pezzi come Kleine Schwester o Black Waves risultano orecchiabili e discretamente ispirati.
Sarei stato curioso di sapere come si sarebbe evoluto questo gruppo se fosse stato inglese, curando di più la sostanze della forma (pessima).
Track-list:
1. Requiem mit dem ich meine Mit-menschen um Verzeihung bitt
2. Horst du mein rufen
3. Es war Einmal eine ‘O’
4. You are Poison for me
5. Kleine Schwester
6. Der Trieb
7. Hass
8. Black Waves
9. Madeira
10. Winterage
Recensione a cura di Ian Delacroix