Scritto da Likov Mitoloskih e diretto da Adam Ford (Il museo della carne), l’horror estremo Torment (Italia – 2016) fa luce sul lato più oscuro e malato di John Wayne Gacy (1942 – 1994), noto come “Pogo il Clown”, il serial killer condannato a morte nel 1994 perché accusato di aver stuprato, torturato e ucciso più di trenta vittime, tutte di sesso maschile. Gacy era solito attirare giovani ragazzi nella sua casa e seppellirli nelle fondamenta dell’abitazione, in cantina o in giardino, incurandosi del tanfo nauseabondo generato dai corpi in putrefazione. In fondo era anche un necrofilo.
L’orrore che fa parte della vita reale è, senza dubbio, fonte di ispirazione sia nel mondo della musica che in quello del cinema. Su J. W. Gacy è stato girato Gacy (2003) diretto da Clive Saunders e anche il film TV Dear Mr. Gacy, con William Forsythe. Torment però va al di là dell’orrore concentrandosi sulla depravazione e sul dolore, in linea con il titolo.
Il film di Adam Ford si spoglia del contorno familiare dell’assassino, dei suoi rapporti sociali, puntando esclusivamente sulle sue sadiche azioni. Con coraggio, il regista propone al pubblico horror quella che potrebbe definirsi la sfera intima del serial killer e delle sue vittime, non lesinando su nudità e su scene molto esplicite, anche pornografiche.
In questo contesto di dolore, dopo un’introduzione con le illustrazioni raffiguranti clown (ispirate ai disegni realizzati dal serial killer in carcere), prende vita Torment, un horror estremo potente che non conosce né freni né censure. Quasi muto (vengono pronunciate solo alcune parole), il film fa della potenza visiva il suo linguaggio, mostrando, senza veli, quelle che potrebbero essere state le azioni compiute dall’assassino seriale ai danni delle sue vittime. L’orrore e il disgusto che Torment riesce a suscitare nello spettatore è inimmaginabile (a tratti è addirittura insostenibile) perché tutto ciò che presenta esplicitamente al pubblico è impensabile.
Con Torment si vive un’angoscia asfissiante data dalla costante presenza del protagonista (impeccabile la prova recitativa di Matteo De Liberato, completamente calato nella parte di Gacy) che agisce all’interno di una location sudicia, in sintonia con lo squallore generale della storia. Vestito e truccato da clown, questo impressionante e indimenticabile villain incarna con successo uno dei peggiori serial killer esistiti diventando un vero e proprio incubo per il pubblico.
Il film di Adam Ford è la raffigurazione cinematografica del martirio delle vittime di Gacy. Drogate e immobilizzate, subiscono stupri ripetuti (anche con l’uso di diversi oggetti) e svariate violenze psico-fisiche (è agghiacciante il momento in cui il killer tratta una delle sue prede come fosse una persona allettata o con disabilità). In Torment non manca una decapitazione (da sottolineare i riusciti quanto realistici effetti speciali a cura di Athanasius Pernath) e atti necrofili.
Oltre alle brutalità compiute fra le mura domestiche, questo agghiacciante horror estremo italiano presenta anche brevi momenti privi di efferatezze in cui sono da segnalare la bellezza delle immagini grazie ad un buon uso delle luci. Il riferimento è ai sogni/incubi/paralisi del sonno di Jeffrey (interpretato da un bravissimo Rikky Fiore) e del suo corpo nudo e immobile.
Come American Guinea Pig: Sacrifice di Poison Rouge, anche Torment si distingue per la curata fotografia a firma di Domiziano Cristopharo che eleva la qualità dell’opera oltre i classici standard del filone estremo, solitamente carente dal punto di vista tecnico.
Altamente disturbante, Torment è sicuramente uno dei migliori titoli della cinematografia extreme. Il film fa parte della “Trilogia della Morte”, saga italiana prodotta da Domiziano Cristopharo (Bloody Sin, Red Krokodil) e iniziata con American Guinea Pig: Sacrifice (qui la recensione) di Poison Rouge. Il terzo capitolo, in pre-produzione, si intitola Xpiation e sarà diretto da Domiziano Cristopharo.