The Mill at Calder’s End | Recensione Cortometraggio

the-mill-at-calders-end-posterIl cortometraggio horror The Mill at Calder’s End (USA – 2015), vincitore della categoria “Best Animation” al The Optical Theatre Film Festival 2016,  è una meravigliosa ghost story gotica di genere animazione. Ispirato alla letteratura dei mostri sacri della letteratura horror come Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e M.R. James e alla cinematografia degli anni ’60 (in particolare, per le atmosfere, “La Maschera del Demonio” di Mario Bava), The Mill at Calder’s End è scritto, prodotto e diretto dal noto Kevin McTurk, model maker, direttore della fotografia, burattinaio ed effettista (Batman Returns, Intervista col Vampiro, Jurassic Park, Shutter Island, Black Sheep…).

The Mill at Calder’s End (segmento dell’horror antologico “Minutes Past Midnight”) è un magnetico cortometraggio dell’orrore che fonde insieme il gotico (in letteratura e nel cinema), l’horror e il teatro dei burattini giapponese. Macabro e incredibilmente elegante, questo cortometraggio apre uno spiraglio in un mondo tetro e magico, in cui i protagonisti sono dei burattini maneggiati da marionettisti. Sono infatti delle marionette bunraku (alte circa 76 cm) le protagoniste di questa incantevole e spettrale storia gotica e a dare loro la voce sono gli attori Jason Flemyng (Seed of Chucky), John Alexander, Piotr Michael e la scream queen Barbara Steele. I burattini hanno inoltre le sembianze di alcune fra le più importanti icone del cinema di genere (Christopher Lee, Peter Cushing e quella della già citata Barbara Steele) e la storia è narrata da una voce fuori campo.

the-mill-at-calders-end4-jpgIl risultato è un perfetto e incantevole cortometraggio, una perla del genere che brilla di oscurità. Curato minuziosamente nei minimi dettagli, il film regala 14 minuti di pura bellezza visiva e una storia (la sceneggiatura è del regista in collaborazione con Ryan Murphy) da brivido. Supportato da un regia esperta, The Mill at Calder’s End gode anche della perfezione dei suoi burattini che, gestiti con esperienza, sembrano quasi prender vita. Impressionante la cupa e allo stesso tempo raffinata fotografia di Kenton Drew Johnson, in linea con la ghost story.

Trama: nel remoto villaggio Calder’s End è presente un vecchio mulino a vento in cui sono sepolti oscuri segreti. Su questo luogo infestato fa ritorno Nicholas Grimshaw per rompere un’antica maledizione che ha perseguitato la sua famiglia per generazioni. Raggiunto il decadente mulino, custode di dimenticate catacombe in rovina, Grimshaw si confronterà con il male che ha tormentato per secoli la sua famiglia.

 

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Barbara Torretti
Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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