Il dott. Feinstone (Corbin Bernsen), rientrando a casa all’improvviso, coglie la matura (ma ancora piacente) moglie Brooke (Linda Hoffman) in atteggiamenti sessuali, poco equivoci, con il giardiniere…
Il dottore, rigoroso dentista ed igienista con un forte senso di moralità e portato ad atteggiamenti abitudinari, rimane talmente sconvolto dal tradimento che finisce per perdere la cognizione della realtà: con esiti decisamente poco salutari per i suoi clienti, che lo vedono operare in maniera “deviata” sulle loro “protesi” dentarie, in una particolare giornata di fitti appuntamenti allo studio odontoiatrico…
Ma prima di scatenarsi nella dura e faticosa giornata lavorativa, Feinstone organizza una delirante festa dedicata all’anniversario di matrimonio. E’ in questo contesto che il dottore riserva le migliori cure dentistiche alla consorte, torturandola prima con l’estrazione (priva di alcuna somministrazione anestetica) dei denti uno ad uno, quindi procedendo all’amputazione della lingua….
Una serie di piccoli indizi (dovuti alla vendetta consumata sul giardiniere e rinvenuti da un vicino di casa e dal suo cane) portano il detective Gibbs (Ken Foree) presso la villa del dottore, dove è segregata, sotto tortura, la moglie Brooke, mentre il dentista sta dedicando le sue attenzioni ad una giovane paziente….
Una storia semplice, basata sulla comune sensazione di timore derivata dall’esperienza di cure odontoiatriche e dell’ansia provata in sala d’attesa di uno studio dentistico, ma ben portata sullo schermo con una serie di buone trovate stilistiche, effetti grandguignoleschi piuttosto feroci ed interpreti molto ben ispirati (su tutti Corbin Bernsen, nel ruolo del sadico dott. Feinstone).
Yuzna, da tempo coinvolto in campo horror prima come produttore (spesso dei film diretti da Stuart Gordon), quindi come regista (debutta dietro la M.d.P. con Society), si conferma con questa pellicola un regista che, anche in tempi di limitati (sul piano visivo, ma anche narrativo) prodotti horror a lieto fine, è in grado di andare controtendenza, mantenendo chiare e definite le sue coordinate nel genere e, caso più unico che raro in questo campo, non deludendo mai lo spettatore.
La filmografia di Yuzna ne è testimone, a partire dall’interessante seguito Il Ritorno dei Morti Viventi 3 (nettamente superiore all’ironico precedente capitolo e più splatter dell’originale), per proseguire con l’interessante Necronomicon, film a episodi del quale sigla una delle migliori trasposizioni da un racconto di Lovecraft. Anche dal mondo del fumetto riesce a trarre il meglio e confenziona, per lo schermo, la sua visione di Faust (ennesima versione di un patto mefistofelico) che presenta alcuni punti di contatto con Il Corvo.
Ma se The Dentist (e il suo seguito) si può catalogare unicamente sotto l’ottica di un film “fine a se stesso” e limitato a generare brividi e disgusto (intento peraltro ampiamente riuscito, e più difficile da realizzare di quel che si possa pensare), buona parte delle opere di Yuzna si fregiano di valori aggiunti che trascendono il senso apparente del film, per puntare a contenuti di rilievo, spesso di denuncia verso una società (Society ne è il manifesto) ormai tale solo di nome, ma di fatto priva di qualunque minimo senso di “altruismo e assistenzialismo”….
Così l’ MPAA (acronimo di Motion Picture Associaton of America, l’ente di censura americana) in relazione alla “tipologia” del film: classificazione Rated R (equivalente del v.m 18 anni italiano, n.d.a.) per violenza grafica che comprende scene di tortura dentale, sesso e linguaggio osceno.
Frase di lancio per il mercato americano: “It’s has been six months. Time for your check-up!”
Recensione di undying1