Due fratellini sono orfani dei genitori e sono affidati al ricco zio, che è interessato più che altro ai suoi affari in giro per il mondo.
La nuova tutrice ha pertanto pieni poteri e responsabilità sui due bambini.
Trasferitasi nella grande casa di campagna, poco per volta si renderà conto che c’è qualcosa di particolare che viene finemente nascosto in quella villa, da tutti i suoi abitanti ed in particolare dai ragazzini e dalle zone circostanti.
Qualcosa che nemmeno lei può immaginare…
Ispirato al romanzo gotico Giro di vite di Henry James, è un’eccellente storia di fantasmi magistralmente diretta da Jack Clayton, al suo primo lungometraggio gotico (1961).
E’ supportato dall’ottima fotografia di Freddie Francis, che suggerisce ottimamente uno stato sempre crescente di pathos nel corso della pellicola e che copre la mancanza di effetti speciali dell’epoca senza cadere assolutamente nel banale per i nostri occhi moderni.
Non sempre il ritmo è altissimo, dato che si cerca di stuzzicare con continuità il pubblico prima del vortice finale alquanto agitato ed indimenticabile.
Ma i difetti (lievi comunque), si fermano qui.
L’interpretazione è ottima per tutto il cast, a partire dalla Kerr in un ruolo non facile. Ottimi anche i due piccoli attori: la faccia da angioletto della piccola Franklin ed il volto adulto di Redgrave sono una colonna portante del cinema gotico.
Il paranormale non viene, volutamente, contrapposto al razionale.
La pellicola, che anticipa diversi elementi del filone esorcistico ma in chiave formalmente diversa di quella che si imporrà in seguito, ha un forte succo realista.
L’Inghilterra di campagna, con la sua nobiltà ed il suo portamento, ha il suo retroscena che viene volutamente cammuffato e tenuto nascosto.
Nessuno vuole rilevare la morbosità che è la chiave di ogni comportamento.
Una morbosità che ha lo sguardo dei bambini e che viene direttamente dimostrata solo due volte.
L’ultima volta, in un finale alquanto simbolico, si lascia andare a più interpretazioni, soprattutto nella scena finale.
Una scena che sembra fuori tempo rispetto alla storia, che in precedenza era stata sussurrata in un gioco di dire e non dire.
Il film ha un prequel, Improvvisamente un uomo nella notte, con Marlon Brando.
Il regista ha realizzato anche un live action Disney, Qualcosa di sinistro sta per accadere, con diversi richiami a Suspense, ma artisticamente molto inferiore (ed anche per un pubblico ben diverso).
La cover del primo album dei Black Sabbath si ispira ad una scena del film.
Non famoso come meriterebbe e con un titolo italiano che non gli dà merito, è disponibile in dvd.
Recensione di Zick