Pig Killer | Recensione film

Recensione in anteprima internazionale per  Pig Killer (USA – 2022), horror su Robert William “Willy” Pickton (classe 1949), serial killer ed ex allevatore di maiali canadese responsabile di aver ucciso circa 50 donne tra gli anni ’80 e il 2002 e che attualmente sta scontando la pena dell’ergastolo.
Alla regia c’è Chad Ferrin, il regista del notevole horror The Chair con Bill Oberst Jr. (Circus of the Dead) e del nostalgico e violento survival horror Parasites con Robert Miano e Joseph Pilato (Il giorno degli Zombi).

Anche stavolta, Chad Ferrin si riconferma uno sceneggiatore e regista di livello, confezionando un film basato su fatti reali a cui aggiunge una debole venatura di humour nero che tende ad esasperare un contesto folle e perverso.
Il regista dedica questo film a uno dei serial killer più prolifici della storia del Canada ripercorrendo parte della sua vita, principalmente il suo modus operandi e il background familiare, fornendo così una soddisfacente caratterizzazione del personaggio, qui interpretato magistralmente da uno straordinario Jake Busey (Starship Troopers, Nemico pubblico, Identità, The Predator).

Sin da subito, Pig Killer apre il sipario sul teatro degli orrori compiuto da Pickton: un sanguinario banchetto che vede maiali cibarsi di carne umana. Per il noto serial killer infatti, era questo il modo di sbarazzarsi delle vittime ovvero dandole in pasto ai suoi animali, non prima di aver abusato di loro, di averle strangolate, sgozzate, sventrate oppure uccise iniettando loro del liquido antigelo e infine fatte a pezzi.

In Pig Killer, l’attore Jake Busey si cala con estrema bravura nei panni di questo temuto ed efferato psicopatico, emulando la sua vita, la sua follia, i suoi amplessi violenti e i suoi omicidi, mentre flashback portano alla luce il suo amaro passato fatto di abusi e umiliazioni. La sua ferocia poi esplode durante gli squartamenti in cui riduce in brandelli i corpi delle vittime, per poi ripresentarsi in pubblico, fingendo di essere un uomo innocuo agli occhi della società e a quelli del fratello David (il Lew Temple de La casa del Diavolo).

Pig Killer ripercorre l’orrore seminato dall’assassino in passato, facendo leva sulla sua instabilità e sul terrore instillato nelle vittime, riuscendo a catturare l’essenza del degrado e della morte radicata nella sua mente. In Pig Killer si scorgono velati omaggi a film cult del passato come a I corpi presentano tracce di violenza carnale (1973) per lo smembramento dei corpi ma anche a Henry pioggia di sangue (1986) per la caccia alle vittime e a Maniac (1980) per il senso di squallore che pervade questo nuovo horror di Chad Ferrin.

Oltre a spiccare per una notevole regia e sceneggiatura, Pig Killer gode di un’ottima fotografia che ne aggiunge ulteriore pregio. Non passano inosservati nemmeno gli efficaci practical effects (a cura di Joe Castro) che rendono credibili anche le sequenze più gore come quelle delle macellazioni o della siringa conficcata in un occhio, sicuramente un omaggio, quest’ultimo, a Zombi 2 di Lucio Fulci.

Infine, una nota di merito va anche alla curatissima colonna sonora che ben si sposa con l’intero film. A questo proposito segnaliamo che in Pig Killer si esibisce il cantante G Tom Mac, uno degli autori della soundtrack, noto anche per “Cry Little Sister“, canzone del 1987 da lui realizzata per il celebre vampire movie Ragazzi perduti.

In definitiva, Pig Killer è un valido film sui serial killer. Un titolo di rilievo, in cui l’orrore visivo si fonde a quello psicologico per un risultato soddisfacente sia per gli amanti dell’horror che per gli appassionati delle storie vere sugli assassini seriali.

Nel cast, oltre ai sopracitati Jake Busey e Lew Temple, ci sono anche Kate Patel, Robert Miano (Parasites), Robert Rhine, Bai Ling, Silvia Spross, James Russo, Cassandra Gava, Ginger Lynn (La casa del Diavolo), Cyril O’Reilly, Michael Paré (Strade di fuoco) ed Elina Madison (Creepshow 3).
Pig Killer sarà presentato in anteprima mondiale al Sydney Underground Film Festival il 9 settembre 2022.

Si ritiene che gli omicidi per mano di Robert William “Willy” Pickton siano iniziati nei primi anni ’80, dopo aver ereditato la fattoria di famiglia e aver dato vita alla Piggy Palace Good Times Society, una società no-profit dove in realtà avevano luogo festini orgiastici in un edificio adiacente alla fattoria. A questi party erano spesso presenti molte ballerine di night club, tossicodipendenti e prostitute. Le vittime perfette.
L’uomo fu arrestato nel 2002 e condannato all’ergastolo per l’omicidio di 26 donne ma poi ad un agente sotto copertura (fintosi compagno di cella) confidò di averne uccise 49, col rammarico di non essere riuscito ad arrivare a quota 50.

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Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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