Chris Milewski, Domiziano Cristopharo e Brace Beltempo sono i registi coinvolti in P.O.E. 4 – The Black Cat (Italia, USA – 2018), l’horror antologico composto da tre storie, ciascuna delle quali è liberamente ispirata a “Il gatto nero“, il celebre racconto di Edgar Allan Poe.
Prodotto da ENCHANTED ARCHITECT di Domiziano Cristopharo e da VESTRA PICTURES di Tony Newton, P.O.E. 4 – The Black Cat è il quarto e ultimo capitolo della saga dedicata alle opere dello scrittore statunitense. I titoli delle precedenti antologie infatti sono: “P.O.E.: Poetry of Eerie“, “P.O.E.: Project of Evil” e “P.O.E. 3: Pieces of Eldritch” (recensione film).
Caratterizzato da stili differenti, P.O.E. 4 – The Black Cat, propone un’interpretazione personale e particolare dell’opera di Poe. Scritto e diretto da Chris di Milewski, “House of the Black Cat” è un vero e proprio omaggio al cinema di Lucio Fulci, come lo sono gli altri film di Milewski (Violets Bloom At An Empty Grave, “Pharmacophobia” in Phobia).
In “House of the Black Cat”, inquadrature, fotografia (a cura di Franco Massaccesi), modus operandi dell’omicida e la tetra musica (Giombini & Bowr) in stile Fabio Frizzi fanno immergere lo spettatore in un’indimenticabile e nostalgica atmosfera fulciana in cui si scorgono, in particolare, rimandi a Quella villa accanto al cimitero, e a …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà.
Chris Milewski si conferma un esemplare “discepolo” di Lucio Fulci mentre il suo “House of the Black Cat”, calato in una dimensione vintage straordinariamente plumbea, è un riuscito tributo al celebre racconto di Poe.
Povero di dialoghi ma ricco di suspense, “House of the Black Cat“ vede protagonista Mr. Allan (Jeffrey Voice), un uomo cieco che, tuttavia, riesce a disegnare nonostante la sua disabilità. Un ladro (Eric Bower) approfitta dell’assenza dell’assistente Eugenie (Karen Lynn) per intrufolarsi in casa del disabile e tentare di ucciderlo.
Si prosegue con “Black” per la regia dell’esperto Domiziano Cristopharo (House of the Flesh Mannequins, Red Krokodil, Doll Syndrome), un episodio abbondante in nudità e che ingloba temi quali adulterio e tradimento. L’horror arriva in ritardo ma concentrato in un’inaspettata svolta finale dai risvolti macabri. Amplessi, gelosia e disperazione tracciano così un percorso che sfocia nella violenza (a questo proposito, sono da ammirare gli effetti pratici) scatenata dal “gatto nero”, qui presenza impalpabile ma soprattutto causa non solo di morte ma anche di amore.
Una donna (Chiara Pavoni) alloggia in un hotel presso cui lavora il suo amante (Cleverson Rodrigues). Accecato dalla gelosia, l’ex compagno (Giorgio Agri) della procace signora si metterà sulle sue tracce e cercherà di incontrarla.
Nel cast figurano Chiara Pavoni (Demonium, Xpiation, Jack The St. Ripper), Cleverson Rodrigues e Giorgio Agri. La sceneggiatura di “Black” è di Andrea Cavaletto (Beautiful People, Hidden in the Woods, The Transparent Woman).
Brace Beltempo (The Carpenter’s House) firma la regia di “Insomnia”, terzo e ultimo episodio che si rifà all’horror moderno. In questo segmento, sono argomenti quali l’insonnia e la depressione a tracciare un percorso che conduce al male, qui elaborato come possessione.
“Insomnia” è indebolito da una parte iniziale abbastanza lenta e da una prova recitativa mediocre. L’episodio si risolleva nel finale regalando al pubblico un riuscito esempio di possessione accompagnata da un buon uso di violenza e crudeltà.
Nel cast: Selene Feltrin, Stefano Sala, Martina Ambrosini e Giorgia Masciari.
La sceneggiatura di “Insomnia” è di Alessandro Di Rosa.
Protagonista della storia è una ragazza (Selene Feltrin) affetta da disturbo del sonno e dell’umore. Il suo stato influirà negativamente sulla sua famiglia, abbattendo psicologicamente sia il marito (Stefano Sala) che la figlia (Martina Ambrosini). Una notte, la donna entrerà in possesso di un misterioso amuleto. Una volta indossato, una forza malefica si impadronirà della sua mente e del suo corpo.