Rossella Drudi è una veterana dell’horror avendo realizzato le sceneggiature di molte pellicole. Non tutte, per diversi motivi, le sono state accreditate, ma a lei si devono molte immagini del terrore nostrano.
Ha dato la sua vita, fin dalle prime letture, al fantastisco, al paranormale. Ma le sue passioni ed i suoi interessi, sono molteplici.
Per i lettori del sito ha regalato questa lunga intervista. Non poteva dire tutto ma ci ha deliziato con molti particolari ed aneddoti che impreziosiscono ancor di più la sua carriera. E molte pulci nell’orecchio si formano ancora una volta.
Zick
A 12 anni eri già, in qualche modo, nel mondo del terrore: scrivevi sceneggiature di fumetti sotto false identità e riuscivi a venderle tramite posta. Conservi ancora qualcosa di quel periodo? Che ricordi hai?
Rossella:
Non conservo nulla purtroppo di quei manoscritti. Non le scrivevo a macchina, ma a penna,e di nascosto dai miei genitori che non l’avrebbero approvato. Ricordo una di quelle storie in particolare, l’avevo ambientata in un paese della Transilvania, dove un esercito di nani cattivissimi, cannibali e feroci,impalavano i viandanti dei paesi vicini, per poi dissanguarli attraverso un sistema complicatissimo di tubicini e alambicchi in vetro e rame. Il sangue veniva raccolto in ampolle di cristallo che servivano a riempire la vasca della regina delle nevi, una bellissima donna convinta di poter restare sempre giovane e bella bagnandosi nel sangue, come Poppea nel latte d’asina. Sicuramente influenzata dalla vera storia di Elisabeth Bathory, ma senza omettere venature comiche in episodi grotteschi che adoro. A 12 anni avevo già letto tanto sul fantasy, l’onirico e l’horror. Il primo maestro è stato Lovercraft ( mio padre ne era un fanatico estimatore) poi Edgar Allan Poe, Polidori, Stoker, Ann Agata Christie, Robert Louis Stevenson,Mary Shelley, Ann Radcliff (mitica!) e tutto il gotico Italiano da Malombra di Fogazzaro alla Scapigliatura al primo Verga, Gadda,le novelle di Pavese ed altri, considerati all’epoca scrittori(minori… Sic!!)…. Tieni presente che sono nata nel 1963 quando ancora la tv era in bianco e nero come i sogni e i bei film, e mia madre faceva la befana “intellettuale” con i libri appesi sotto la cappa della cucina utilizzando le mollette in legno. Così ho ricevuto: “Le mille e una notte” “Bertoldo Bertoldino e Cacasenno” La collezione completa di Salgari, Jules Verne (dalla terra alla luna è stato il primo che ho letto di Verne, avevo 8 anni.) In famiglia leggevano tutti moltissimo e si andava al cinema minimo 3 volte alla settimana. La cosa più strana dei miei dodici anni è stata la scoperta della sessualità attraverso un libro bellissimo rubato dal comodino di mio padre e letto di nascosto: “Il Sole nel ventre” di Jean Hougron che non ha nulla di erotico almeno come s’intende oggi. Mi piacerebbe scrivere una sceneggiatura tratta da quel romanzo. Hougron è noto anche per i romanzi di fantascienza editi anche con Urania, ma questo l’ho scoperto anni dopo. Tornando alle sceneggiature per i fumetti horror, la cosa funzionava così: scrivevo di nascosto dopo i compiti, firmavo con lo pseudonimo di Ghibli, ma non ricordo più a quale personaggio l’avessi rubato dichiarandomi maschio per avere credibilità in un mondo ancora oggi troppo sessista,per chi non ambisce a diventare velina c’è spazio zero, e poi anche perché ero troppo piccola. Mia sorella grande aprì una casella postale, dove potevo ritirare l’assegno, mentre alla casa editrice spedivo i manoscritti dalla posta centrale di Roma (all’epoca era vicino al Pantheon) sempre fermo posta. In questo modo non ci siamo mai visti ne incontrati. Il compenso era di 100milalire a copione, se gli piaceva mi spedivano l’assegno e poi le tavole con i disegni realizzati,ma in bianco e nero, dove riempivo i fumetti e le didascalie seguendo il copione già scritto, poi le rispedivo ecc. Peccato che non ho più nulla di tutto questo. Penso che oggi sia impossibile realizzare un lavoro così, senza vedersi ne sentirsi mai se non per posta. Peccato però, infondo io mi fidavo di loro e loro di me.
Cosa rappresenta per te la letteratura horror? I tuoi romanzi e racconti preferiti quali sono? Qual è l’origine di tale passione?
Le orrende favole trasudanti morte. La fascinazione della morte la curiosità dell’aldilà, le stampe cinquecentesche dove la morte ha la sua sublimazione massima, non credo di essere mai stata una ragazzina “normale” per questa mia fissazione legata anche al misticismo e al paranormale. Rappresenta il sogno, la fantasia,la vita, la curiosità, la psicoanalisi, lo studio della mente nelle sue perversioni, la fame di conoscenza, il lato oscuro dell’uomo, la follia come dono e come maledizione. Lo specchio dove proiettare e scaricare le proprie paure in quell’adolescenza che si replica in tutte le età delle vita. L’altra dimensione, il mondo parallelo,l’irrazionale, l’inconscio, l’imponderabile, il fascino dell’ignoto, dell’occulto, dell’esoterico e del magico. Insomma hai capito.
I miei romanzi preferiti (solo del genere horror stiamo parlando) sono troppi da elencare, ma puoi partire dagli autori menzionati nella prima domanda per i classici dove ti elenco tutto il gotico italiano, inglese e americano,mentre per i contemporanei eccone alcuni: S. King (Tutti), Clive Barker(Tutti), Bret Easton Ellis(Tutti) , Title Elise (unica donna con“Romeo” e “Oscar”) James Ellroy (“Le strade dell’Innocenza” un capolavoro assoluto tra poesia e brutalità carnale, mai più letta una storia così lacerante), Thomas Harris(Tutti) e John Douglas (l’autore di Mind Hunter). Lui mi ha fatto capire come si entra nella mente di un serial killer, i suoi libri oggi sono introvabili per via delle ristampe che non fanno più, ma per mia fortuna li ho tutti. E’ grazie a questo agente dell’FBI che esiste l’agenzia investigativa di Quantico ed alla sua iper sensibilità nel capire le menti deviate e nel sentirle attraverso se stesso, ma questa è un’altra storia. Mi fermo qui ma i miei preferiti sono ancora tanti. L’origine se ne esiste una penso che sia legata alla percezione dell’oltre, ma questa è un dono che ti viene dato alla nascita, dono sviluppatosi anche grazie al nonno materno. Lui mi raccontava per favole con un’arte oratoria grandiosa, la Divina Commedia (dimmi se l’inferno con i suoi gironi non è una storia horror, il purgatorio un saggio di metafisica e il paradiso pura fantascienza), l’Odissea, l’Iliade, l’Eneide e tutto Shakespeare. Così poi anche le favole “normali” come Cappuccetto Rosso, Pinocchio, Pollicino, Hansel e Gretel (forse questa la più cruda di tutte), ecc mi sembravano dell’horror puro trasudante gotico, misteri e magie e crudeltà legate alla fame che “giustificava” l’omicidio dei figli e il loro abbandono nei boschi (Pollicino, Hansel e Gretel) ad ogni pagina quando a volte con l’uomo nero s’identificava il pedofilo odierno ed anche di peggio. Io da bambina pensavo a queste cose e le capivo, forse perché sempre attenta ai discorsi dei grandi e poco interessata a quelli dei miei coetanei. Saper ascoltare ed osservare attentamente il nostro prossimo aiuta a capire tante cose, porsi domande su quanto ci circonda nei cambiamenti della società, aiuta a capire ancora di più.. Ho sempre pensato che i mutamenti non vanno subiti né accettati con indifferente rassegnazione, ma analizzati a fondo.
Il tuo esordio, nel mondo del cinema, avviene da giovanissima come assistente di montaggio.
Stando all’IMDB il tuo primo soggetto è per il film di Silvio Amadio “Il medium” del 1980 (ma altre fonti dicono 1978 o 1979).Pochi sono i fortunati ad aver visto questa pellicola, pare sia in circolazione solo una vhs spagnola e raramente è stato diffusa su tv locali. E’ un film alquanto particolare anche perché fonte d’ispirazione fu il medium professionista Demofilo Fidani. Cosa puoi dirci in merito?
Allora procediamo per gradi. Il film il Medium è del 1980, ma è stato scritto tra il 78/79. E’ la prima cosa che ho fatto, ma non risulto nei crediti per il discorso di prima. Avevo 15/16anni, non ero iscritta e poi Silvio Amadio conosceva solo Claudio come sceneggiatore, (Claudio è più grande di me ed ha iniziato a lavorare nel cinema nel 1971)Lui aveva fatto per Amadio anche l’aiuto regista in un vecchio film di moschettieri ma non ricordo l’anno né altro ancora: non lo conoscevo. Dunque tornando al medium, io conosco Silvio Amadio e sua figlia Nicoletta, al cinemontaggio di via Latina, da Otello Colangeli dove appunto imparavo dalla mitica Fernanda, l’arte del montaggio (ci vorrebbe un libro a parte per raccontare tutte le persone che ho conosciuto la dentro). Divento amica della figlia e dal momento che tutte e due eravamo appassionate di esoterismo e parapsicologia, m’invitano nella loro casa di campagna credo a Velletri dove facevano le sedute. Ci vado con Claudio e loro non sapevano che noi due stavamo insieme. Comunque mi fanno fare una seduta spiritica alla quale partecipa anche Demofilo Fidani che io conoscevo come pittore e sceneggiatore, ma non sapevo fosse anche un medium. Durante la seduta Demofilo mi dice che sono una sensitiva molto forte e che ho delle grandi capacità ricettive. Così mi fanno assistere a svariati esperimenti come la scrittura automatica, far apparire apporti e tante altre cose inspiegabili. Demofilo mi spiega i miei “poteri” di cui sapevo pochissimo, ma per le tante cose strane accadute nella mia vita, fin da bambina sospettavo qualcosa (ma anche questa è un’altra storia). Insomma per farla breve loro un anno prima avevano convocato Claudio per la stesura della sceneggiatura, il film si era fermato e poi quando li ho conosciuti mi hanno chiesto di leggerla e cambiarla seguendo l’istinto.
L’ho fatto emozionatissima e quella è stata la mia prima volta. Il soggetto era di Demofilo, Claudio ed io abbiamo scritto la sceneggiatura, la prima stesura lui e la seconda io. Demofilo sosteneva che delle anime venute in una seduta gli avevano suggerito il nome di Claudio e il mio per la scrittura della storia. Non era mai accaduta una cosa del genere ne mai si è ripetuta. Anche Amadio era un medium, ma nessuno forte come Demofilo, alle sue sedute accadevano cose incredibili era forte quasi quanto Rol di Firenze. Della storia però non ricordo quasi nulla e il film credo che esista solo in vhs ma so che c’è un dvd francese in giro: devo chiedere al mio amico Federico Caddeo, lui fa tutte le interviste odierne per i vecchi film italiani che la Francia masterizza facendoli riuscire. In Francia, Inghilterra e America abbiamo tantissimi fan dei nostri vecchi film.
Il finale di Rats – Notte di terrore nasce da una tua idea. E’ indubbiamente geniale ed accattivante, una metafora evoluzionistica su un mondo distrutto dalla stupidità dell’uomo. A cosa ti sei ispirata?
Alla biologia e genetica umana e animale. I ratti insieme agli insetti più schifosi come gli scarafaggi che odio, sono gli animali più resistenti e indistruttibili che esistano in natura, in grado di sopravvivere sia alla desertificazione, che alla glaciazione che ai raggi gamma beta e alfa. Insomma loro ci saranno sempre anche dopo l’esplosione nucleare più pesante. Però ho scelto i ratti, perché studiandoli ho scoperto che sono uguali all’uomo, vivono in comunità socialmente organizzate ed imparano ad una velocità impressionante ad adattarsi alle nuove condizioni di vita. Mentre i gatti stanno oggi come l’uomo nel medioevo, per evoluzione sociale, i ratti sono nella nostra stessa epoca. Basta solo una generazione per trasmettere nel dna dei nuovi nati, tutte le informazioni acquisite dai progenitori. Sono molto intelligenti e insomma senza che faccio uno lezione di scienze, ho ipotizzato che, la testa e il cervello dell’uomo si trasformasse in quella del topo nelle dimensioni dell’uomo di cui teneva solo il corpo. Unica mutazione possibile e forma di sopravvivenza al dopo nucleare, per una nuova razza.
Zombi 3 e Oltre la morte (Zombi 4) sono due film completamente diversi ma con gli stessi “protagonisti” (anche se hanno un’origine diversa): i morti viventi.
Cosa ti convince e cosa ti lascia ancora perplessa di queste pellicole?
Ma, Zombi 3 doveva essere il seguito di Zombi 2 sempre di Fulci, ma poi la produzione decise di girare il film nelle Filippine e quindi la storia fu cambiata totalmente, si salvarono solo le parti iniziali e centrali. Lucio si scusò con me dando la colpa alla produzione, ma lui stava davvero male e il film fu finito da Claudio, con l’autorizzazione di Lucio. Che uomo incredibile sono felicissima di averlo conosciuto. La storia era totalmente diversa e quello che è venuto fuori alla fine era solo una cosa arrangiata. Zombi 4 invece ha tutt’altra storia. Il vero titolo è After Death, mutato in Zombi 4 ultimamente dalla distribuzione italiana. Ho voluto scrivere, nel lontanissimo 1984(anno di scrittura)una storia legata ad una vecchia leggenda Voodoo. Alcuni scienziati cercavano la formula per fabbricare la pasticca magica, che avrebbe risolto i problemi della fame nel terzo mondo,(l’avevo già fatto in Virus) ma poi questa gli sfugge di mano, perché per utilizzare la ricetta hanno dovuto infrangere il libro dei morti (Lovercraft che torna)commettendo un sacrilegio. Quindi i demoni risvegliati tornano a vivere uccidendo tutti gli scienziati. Solo la bimba si salva grazie al talismano che la proteggeva,(brucreia e magia bianca) ma poi torna dopo tanti anni e tutto ricomincia. La storia la sai. La differenza è che in After Death ho voluto inventare gli zombi parlanti, pensanti, ragionanti, zombi come persone e non schiavi che si rendono conto di cosa gli è accaduto e che cercano di organizzarsi nella nuova situazione di vita, che corrono, sparano ecc molti anni prima dei quel film giapponese credo dove si vedono gli zombi che corrono. Girato con due lire nelle Filippine, da Claudio. Gli zombi mi hanno sempre affascinata, anche se mai è stato fatto un film che racconta la loro vera storia nata alla fine del 1780 in Louisiana. Chissà se un giorno riuscirò a farla e senza nessuno che poi la cambia per mancanza di soldi come al solito.
“Oltre buio” è un film che ti rimarrà sempre nel cuore. In sede di distribuzione il titolo sarà cambiato in “La casa 5″, senza alcun motivo. Ma sono davvero successi avvenimenti inspiegabili durante la realizzazione della sceneggiatura del film? Per curiosità. il libro sui casi di possessione diabolica che hai utilizzato per scrivere la storia dove lo hai acquistato? A quanto pare lo hai perso e non risulterebbe nemmeno mai stampato!
Il motivo c’era eccome per cambiare il titolo.
La distribuzione italiana “Cecchi Gori”, dopo il successo dei film sulle case [“La casa 3″, “La casa 4″], ha voluto chiamarlo così e tu non puoi farci nulla (il film uscì a Roma nell’agosto del 1990 all’Adriano e fu un successo). Il titolo originale era quello inglese perché il film fu realizzato per l’estero e non per l’italia.” Beyond Darkeness” girato nelle paludi della Louisiana. E nel vero carcere dello stato con la pena di morte per sedia elettrica, quello che si vede nel film è vero, la sedia e le guardie carcerarie, alcuni detenuti, i loro parenti del braccio della morte, se ci penso ancora mi vengono i brividi. Ma torniamo alla scrittura. Sono accadute tante cose strane, troppe, dallo sportello della macchina che si è aperto da solo all’improvviso, con l’auto in corsa e il copione sul cruscotto. Una Citroen pallas, il ferro da stiro come la chiamavamo a Roma. Alla luce non funzionante e sparita in tutta la casa, al gas che smetteva di funzionare, mentre in tutte le altre case sì, e tantissime altre cose ancora. Basta dirti che i miei amici volevano bruciarmi lo script che ancora non avevo finito di scrivere e chi mi portavo sempre dietro. La storia del libro è verissima, “Padre Malachia e i 100 casi di possessione demoniaca riconosciuti dalla santa romana chiesa”.Questo è il titolo. Ho perso la mia copia nei vari traslochi (sto al sesto e spero che il settimo sia quello definitivo). Quando mi sono messa alla ricerca del libro non l’ho più trovato. L’avevo comprato nell’antica libreria esoterica, la più antica di Roma a Santi Apostoli. Alcuni librai tra i più anziani ne avevano sentito parlare, ma non c’era più l’edizione, non lo ristampa più nessuno ed oggi non conservano nemmeno le matrici. Uno di loro mi dice che in Vaticano nella biblioteca ce ne sono due copie di cui una originale. Scrivo una mail al padre archivista che mi risponde gentilmente dicendomi che quel libro non esiste e non è mai esistito. Cosa devo pensare secondo te? Non l’ho letto solo io, ma anche Claudio e i produttori per la parte Italiana del film e alcuni attori tra cui l’inglese che interpreta il prete esorcista. Che siamo tutti pazzi? Non credo. E pensa che mi ricordo tantissimi casi letti in quel libro. Il fatto che il Vaticano ne neghi l’esistenza mi fa pensare molto male, ma anche questa è un’altra storia. (riuscirò mai a scriverle tutte?!)
Come ti spieghi il grande successo che “Troll 2″ ha ancora oggi in America? A quando “Troll 3″?
Non me lo spiego. Ne 1989 quando l’ho scritto e nel 1990 quando è uscito non fu un grande successo. Quel film non è mai stato un horror. IL produttore voleva un film adatto ai bambini e alle famiglie che non fosse censurabile e senza sangue. Inoltre voleva utilizzare una maschera di troll il primo che io non ho mai visto, nemmeno dopo. Insomma dico a Sarlui (il produttore americano): “Vuoi una favola horror per bambini?” Lui dice di si, allora io, “E se te lo faccio comico demenziale?” e lui mi fa “Ok!”. Così partiamo per Park City il luogo è già da favola (lì ho scritto anche una storia di fantasmi sugli indiani pellerossa che non ho mai visto, il film è stato realizzato, ma non ne conosco il titolo né il regista. La produzione è sempre l’Eureka film di Eduard Sarlui e il regista un americano). Rispolvero per poter utilizzare quella maschera orrenda, le leggende celtiche di mia nonna paterna sui folletti della foresta, i goblin. ( Non dimenticare che io sono una Drudi e discendo dai druidi). Infatti lo script titolava Goblin e in tutta la storia si parla sempre di goblin e mai di troll. Anche qui il titolo è stato cambiato dalla distribuzione. Non potevo usare il sangue ed io l’ho sostituito con clorofilla, utilizzando i folletti vegetariani come i vampiri, quindi facendoli morire o liquefarsi alla visione di un hamburger di carne usato come un crocefisso ecc. Tutto da ridere con varie metafore sulla vita e sul mediomen americano e la sua famiglia. Forse oggi dopo tanti anni, finalmente hanno capito che era un film comico e non un horror classico, ho precorso i tempi prima di scari movie con l’horror demenziale. Mi sono divertita tantissimo a giocare con le pruderie ormonali degli adolescenti nei confronti delle donne mature (oggi è normale, ma all’epoca no)la scena della strega che seduce il ragazzo con la pannocchia è oggetto di culto, gli americani non sono come noi e non capivano da dove mi fosse venuta l’idea così eccitante per loro, semplice replico io, sono donna e italiana. Altro mito e quella della pipì sul cibo, anche per quella mi chiedono sempre come mi è venuta l’idea ed io rispondo che era l’unica cosa che un bambino di nove anni potesse fare in pochi secondi. Cioè ho cercato di entrare nella testa di un bambino. Poi il fantasma del nonno che l’aiuta a crescere, tutti i personaggi del film affrontano un percorso di crescita e maturazione nella loro vita, lasciando qualcosa che muore per sempre e che mai più tornerà. Io avevo perso mio padre nel marzo del 1989 stroncato dalla leucemia, troppo giovane per andarsene, ero molto incazzata con il mondo. Quando è arrivata l’opportunità di andare in America, (era la mia prima volta)ho accettato immediatamente con famiglia al seguito, pensavo che andando così lontano il dolore diminuisse, ma non è stato così. Però questa assurda storia mi aiutata ad accettare il distacco, epoi sono convinta che lui mi ha ispirata. Ci sono anche i druidi nel film, con i monoliti di Stone Age. Ma nella traduzione americana diventano le pietre magiche e non citano né i druidi né i celti, purtroppo c’è una grande ignoranza in loro, non conoscono nemmeno la loro storia e l’America non è N.Y. Pensa che gli attori e la troupe del film, quando sono venuti a Roma alla casa del cinema per girare il documentario sul fenomeno di Troll 2, non conoscevano gli attori hollywoodiani mitici del passato, come James. Dean, Gary Cooper, Jhon Wayne ecc. Tutti raffigurati nelle fotografie della casa del cinema. Alla domanda su come sia possibile che non avesseero mai visto quei film, la risposta è stata che loro sono nati troppi anni dopo. Da far cadere le braccia. Comunque il fenomeno è pazzesco ed ogni anno torniamo a presenziare nei vari cinema. Il documentario sarà presentato al festival di Cannes e al festival di Park City al Sundance. Per Troll 3 o Goblin 2 vedremo. Il soggetto l’ho scritto e tradotto ed ora aspetto novità dall’MGM.
“Killing Birds” è un film con una genesi non ancora chiara. Ormai è certo che Claudio Lattanzi fu solo un prestanome, il vero regista è stato Aristide Massaccesi.Tuttavia Lattanzi sostiene di aver scritto un soggetto, “Il cancello obsoleto”, che poi divenne il film. Tu, invece, che la vera anima del film sia stata la sceneggiatura di una pellicola che avevi scritto con tuo marito Fragasso, “Artigli”.”In medio stat veritas” cioé Massaccesi ha fuso idee diverse o qualcuno si sbaglia?
Allora le cose stanno così.
Io ho scritto e da sola, come sempre, anche se poi firmavamo in due, il soggetto di Artigli ed Aristide lo conferma anche in uno dei tanti video fatti a lui che trovi su youtube. Poi la sceneggiatura che realizzai da Artigli non fu utilizzata per il film, ma per Radici di Fabrizio Laurenti che non so come si firmava per l’estero. Claudio Lattanzi, in arte Claudio Millikan, era il prestanome per la regia,(perche Aristide non poteva figurare in troppi film come produttore e regista, ma in realtà poi era sempre lui, un vero genio sottovalutato e considerato solo per i film hard, era fantastico come direttore della fotografia, come operatore di macchina a mano, come montatore e soprattutto, non mi ha mai castrato nella parte creativa della scrittura, sorridente creativo paterno, ci manca un casino a tutti noi e ne ha fatti esordire davvero tanti).
Ricordo che negli ultimi anni stava sempre negli uffici di Aristide in viale delle Milizie, quando anche Michele Soavi lasciò la factory per andare a lavorare con Dario Argento, Lattanzi era uno degli ultimi acquisti della factory, figlio di un farmacista e per tanto ribattezzato da Aristide il”farmacista”. Voleva diventare regista, ma pare fosse negato.
Anch’io stavo abbandonando la factory: meditavo il film duro finalmente tutto italiano e poi è nato “Teste Rasate.” Ero stanca di fare l’emigrante all’estero, anche se mi divertivo di più, volevo farmi conoscere nel mio paese e soprattutto volevo che Claudio potesse mettere in mostra il suo talento registico in Italia dove andavano avanti dei colleghi insulsi e mediocri, ma molto aiutati (politicamente)super osannati dalla critica con dei film stupidi. Così lo convinco a fare Teste rasate e poi da lì non ci siamo fermati più ricavandoci il nostro piccolo spazio in un cinema che vuole solo le commedie o gli “autori” autoproclamati.
La tua filmografia è vastissima, non solo horror, ma anche fantascienza e thriller (e altro ancora). Limitandoci però a questi due generi, quali tuoi film consiglieresti più di altri e perché?
Non sono la persona adatta per farlo, ma dovendo consiglierei per il thriller senz’altro “Concorso Di Colpa” il mio atto di dolore ad un passato politico vissuto in prima persona con un mea culpa, sottolineando cosa siamo diventati oggi,(tutti quanti quelli della mia generazione) anche se è raccontato attraverso un giallo pieno di colpi di scena, con tempi reali e rimandi temporali, con l’orologio che scandisce il tutto, sicuramente la mia storia migliore. Perché questa storia?, perché la verità fa male ma va detta, non si può tacere per sempre e chi non cambia mai idea e non ammette i propri errori o è un cretino o è un falso opportunista e ipocrita come i personaggi del film.
Per la fantascienza sicuramente Virus, anche se non figuro tra i crediti, ma ho fatto il negro come ho già spiegato, ma la storia è tutta mia. Ambiziosa trasposizione dell’inferno di Dante con tanto di Caronte che traghettava i superstiti. L’idea delle sette sorelle petrolifere, la lobby più potente del mondo, l’idra a sette teste, che per liberarsi per sempre dei problemi del terzo mondo, chiede agli scienziati d’inventare un’arma batteriologica, in grado di trasformare gli essere umani in cannibali, ma solo della loro sessa etnia. In questo modo mangiandosi tra loro, si eliminava il problema della fame, della sovrappopolazione nel terzo mondo perché sarebbero morti tutti o lasciati in vita a numero chiuso. La cosa sfugge di mano e il virus si espande in tutto il mondo. Questo era il soggetto,(l’avevo scritto nel 1978 in tempi non sospetti, prima che ci fosse l’intenzione di realizzare un film) Il film doveva essere girato in Africa, ma venne realizzato in Spagna a causa della coproduzione. Andò benissimo in tutto il mondo e ancora oggi è considerato un cult, anche se non si è potuto realizzare com’era scritto, sempre per problemi di costi.
Perché questo? .. Perché in quella storia la mia fantasia a briglia sciolta si è superata, utilizzando anche molta simbologia, il personaggio del soldato interpretato da Franco Garofalo che a un certo punto del film , indossa un tutù rosa e improvvisa un balletto di danza classica, ecco quella follia assolutamente mia, vale più di ogni altra cosa e Franco è un grandissimo attore.
Giro finale di domandine a risposta secca, tra il serio ed il faceto.
Poche e concisissime parole per:
– L’horror italiano del giorno d’oggi
Perché c’è ancora? Io non lo vedo da una vita!
– Claudio Fragasso
La macchina da presa umana,assolutamente fantastico!
– Raoul Bova
Un caro amico, gran bravo ragazzo, cresciuto nel tempo anche nella recitazione.
– L’esoterismo
La mia vita.
– Ditelo a me (il suo blog)
Diritto di replica, antidepressivo efficace.
– Giovanni Falcone
Uomo Vero come pochi,Martire, Santo, Giusto, Vittima del potere e di una parte del governo che più della mafia l’ha ferito. Un uomo che ti fa sentire orgoglioso di essere italiano.
-Il derby di Roma
Uno spettacolo senza pari all’Olimpico, specialmente dopo attraversare Testaccio, Portuense, e Trastevere imbandierate come avessimo vinto la coppa dei campioni.
– Il derby di Roma quando vince la Lazio
Un funerale di terza classe.(*)
– Le ultime 56 ore (la sua ultima sceneggiatura)
“Quando la denuncia civile è adrenalinica!”(un anno di ricerche, studi, letture e interviste prima di scriverlo)
– La tua canzone preferita
Vacanze Romane dei Matia Bazar cantata da Antonella Ruggeri
– L’attuale governo
Devo proprio?
– Internet ed i blog
Tutto il bene possibile e guai a toccarli!
– Ci verrai a trovare nel nostro sito?
Sicuramente si. Dopo le riprese del film però. Partiamo la settimana prossima. Comunque mi porto il pc dietro.
Intervista a cura di Samuele Zaccaro