Intervista a Kim Sønderholm, attore danese, produttore cinematografico e regista. Ha diretto diversi lungometraggi e cortometraggi ma ha anche una prolifica carriera da attore. Kim Sønderholm ci ha concesso un’intervista in cui si parlerà dei suoi film e delle sue passioni.
(Photo by Loui Vadmand)
L: Ciao Kim, grazie per averci concesso questa intervista! Parlaci un po’ di te.
K: Beh, vengo dalla Danimarca, dove ho vissuto tutta la mia vita. Sono nato nel 1973 e faccio l’attore da circa 15 anni. Ho avuto il privilegio di lavorare non solo in Danimarca ma anche negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Germania, Svezia, Norvegia, Francia… e in molti altri posti. Spero che nessuno si offenda se ho dimenticato di citare il suo Paese. Ho avuto l’opportunità di dirigere un paio di lungometraggi e cortometraggi e, sebbene la regia sia molto appagante, trovo che per me sia molto più essenziale la recitazione. E’ per questo che in tutti i film che ho diretto ho anche avuto un ruolo da protagonista. Qualcuno potrebbe pensare che tutto questo sia presuntuoso da parte mia e forse ha ragione ma faccio ciò che ritengo giusto. Tuttavia se dovessi dirigere un film che non prevede un ruolo adatto a me naturalmente non mi sforzerei a interpretarlo.
L: Quando ha inizio la tua carriera da attore?
K: Ho sempre voluto essere un attore ma mi ci è voluto un po’ di tempo prima di iniziare a perseguire il mio sogno e una volta che mi sono convinto tutto è accaduto rapidamente. Ho frequentato una scuola di recitazione dal 1998 al 2001. Quando mi sono laureato avevo già realizzato un paio di cortometraggi e mi erano stati assegnati anche dei ruoli in alcuni spettacoli televisivi. Il mio cuore è sempre appartenuto al cinema così mi sono trasferito a Copenhagen, capitale della Danimarca, un luogo adatto per fare cinema. Sono stato nella mia città natale Aarhus diverse volte per questioni di lavoro e devo dire che è sempre piacevole ritornare nel luogo in cui sei cresciuto.
L: Hai recitato in molti film horror. Nella tua carriera di attore, qual è il ruolo più importante che hai interpretato?
K: Questa è una domanda impossibile a cui rispondere, lo farei, se potessi, anche perché mi è stata fatta molte volte. Sono orgoglioso di aver recitato in molti film ma di altri invece non lo sono. Ad esempio ho interpretato un ruolo importante nel film Craig, che ho diretto e interpretato, il quale in seguito mi ha dato tantissime opportunità ed è questa la ragione principale per cui l’ho citato. Dopo questo film infatti mi sono stati offerti tantissimi ruoli simili a quello che ho interpretato in Craig. Ancora oggi ricevo e-mail da parte di fan a cui il film è piaciuto e leggo sempre nuove recensioni sebbene il film sia uscito sei anni fa. La maggior parte dei recensori ne parlano positivamente, altri lo hanno stroncato ma questo fa parte del gioco: non si può accontentare tutti. Sembra che il mio piccolo progetto abbia dato i suoi frutti in molti modi e continua ancora a farmi lavorare a distanza di quasi sette anni dalla sua uscita.
L: Quando hai scoperto la tua passione per il cinema?
K: Nella culla, credo! Fin da bambino ero pazzo per Star Wars e James Bond, imitavo alcune scene dei film coinvolgendo anche i miei amici. Credo che per i miei genitori sia stato uno shock apprendere del mio desiderio di fare l’attore, hahah. Mi ci sono voluti un paio di anni prima che trovassi il coraggio per iniziare ma questa è un’altra storia.
L: Cosa preferisci: recitare o dirigere?
K: Beh, come ho già detto prima, mi piace fare entrambe le cose, essere creativo sopra ogni altra cosa ma se dovessi scegliere una delle due opzioni opterei per la recitazione senza alcun dubbio. Anche se mi piacerebbe avere l’opportunità di dirigere altri film in futuro.
L: Sei anche un produttore. Puoi parlarcene?
K: Sono diventato produttore per pura necessità. Non avevo nessun altro che producesse i miei progetti personali “Mental Distortion” e poi “Craig”, quindi ho dovuto farlo io. Adesso non mi occupo più tanto della produzione perché lascio che se ne occupino le persone competenti anche perché non sono mai stato molto entusiasta e bravo in questo campo.
L: Nel 2007 hai scritto e diretto “Mental Distortion”. Che cosa ci puoi dire in proposito?
K: Beh, “Mental Distortion” è stato davvero il primo film che ho diretto. Inizialmente è nato come una prova. Ho fatto tutto da solo, una specie di Robert Rodriguez insomma. Beh, a dire la verità ho avuto un piccolo aiuto da parte di un paio di amici in alcune scene più complicate. L’idea quindi si è poi sviluppata rapidamente diventando un film dal titolo “Craig” che io stesso non sarei stato sicuramente in grado di realizzare da solo.
L: Ci puoi parlare dell’antologia horror The Horror Vault? Cosa ci puoi dire dei due sequel (The Horror Vault 2 e The Vault Horror 3)?
K: Fondamentalmente, The Horror Vault è stato un tentativo di fare qualcosa in stile “Creepshow”, inserendo nel film un paio di storielle e del sano divertimento. “Mental Ditorsion” di cui abbiamo parlato prima, tra l’altro faceva parte del primo Horror Vault. Ad essere onesti i due sequel non sono venuti fuori come avevo pianificato. Con questo non voglio dire che sono scontento, posso dire invece che mi piacciono per ciò che sono. Ho sempre voluto che fossero un po’ più intrecciati come i “Creepshow” ma comunque non voglio parlarne male perché mi piacciono e so che anche un sacco di gente li apprezza. Diciamo che all’inizio avevo aspettative più alte per questa saga.
L: Sinister Visions è il titolo di un’altra antologia horror. Puoi accennarci qualcosa?
K: Hahah, beh, fondamentalmente “Sinister Visions” è stato un tentativo di fare quello che non sono riuscito a ottenere con “The Horror Vault” e questa volta credo di esserci riuscito molto meglio. Ho diretto tre dei cinque segmenti di cui è composta l’antologia. Uno dei segmenti è del mio grande amico svedese Henric Brandt che ha anche diretto un corto per “The Horror Vault 2“. L’altro cortometraggio è un prodotto americano che mi è stato suggerito di inserire nel progetto dall’attore protagonista David C. Hayes e con cui ho lavorato in “The Vault Horror 3“. “Sinister Visions” è stato distribuito in tutto il mondo in formato DVD circa un anno fa, andate a comprarlo su Amazon ora!
L: Succubus è il titolo del tuo corto e racconta la storia di una succube. Com’è nata l’idea?
K: Beh, ad essere onesti l’idea non è stata mia ma ero alla ricerca di un progetto con tema sovrannaturale per un concorso organizzato qui in Danimarca e chiamato Movie Battle. Il tema del concorso del 2012 era quello. Quando sono stato contattato dallo sceneggiatore per farlo, mi è piaciuto molto sia per lo sviluppo dei personaggi che per i risvolti drammatici della storia. Ci sono state anche altre persone fantastiche che hanno lavorato su questo progetto, come Anders Lerche che ha realizzato il terrificante make up della creatura, per cui tutti coloro che hanno visto il film si sono complimentati per il suo incredibile lavoro. E’ stato davvero grande!
Questo è il motivo per cui ho deciso di dirigerlo e naturalmente di interpretare anche una piccola parte. E’ stato difficile portarlo a termine. Abbiamo perso tragicamente il fotografo solo due settimane dopo che abbiamo girato. Allan Vælum è morto in circostanze molto strane proprio il giorno dopo il nostro party di chiusura. So che può sembrare incredibile e giuro che non sto cercando di dire che ha qualcosa a che fare con il film ma tutto è stato molto strano ed è accaduto in modo estremamente improvviso. Proprio quando stavo pianificando insieme a lui i progetti futuri… è andato via. Comunque, questo è il motivo per cui il film è stato dedicato a lui. Abbiamo pensato che in questo modo avremmo mantenuto viva la sua memoria. Tra l’altro “Succubus” fa parte di “Sinister Visions“.
L: A cosa stai lavorando in questo momento? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
K: Oh, ci sono diverse cose di cui non posso parlare in questo momento, mi dispiace. Ma ho in mente diversi progetti, sembra che il 2015 sarà un anno molto impegnativo.
L: Quali sono i tuoi primi tre film horror preferiti e perché? Chi è il regista che stimi di più?
K: E’ difficile! Devo dire “L’esorcista”, semplicemente perché è stato il primo film che è riuscito a spaventarmi. Da ragazzo, avevo 13 anni, non ho dormito per due settimane dopo averlo visto. Quel film mi è rimasto impresso. Ho avuto l’opportunità di conoscere il regista William Friendkin circa un anno e mezzo fa, quando ha visitato Copenhagen per fare un seminario con Nicolas Winding Refn. E’ stata davvero una bellissima esperienza sentirlo parlare del suo tempo passato a lavorare su quel film – e naturalmente su tutti gli altri suoi film.
Adoro “Venerdì 13″, “Nightmare” e “Halloween”, sai, quei film slasher anni ’80 (anche se “Halloween” appartiene alla fine degli anni ’70). So che quei film possono sembrare piuttosto banali rispetto a quello che siamo abituati a vedere oggi al cinema (persino alle notizie in televisione…) ma amo molto l’atmosfera “campy” tipica di quel periodo. In realtà non li trovo spaventosi, solo divertenti.
E’ difficile scegliere qualche bel film horror tra quelli recenti, penso che ce ne siano pochi. Mi piace la saga “Insidious” e fondamentalmente tutto di quei ragazzi perché sanno il fatto loro. Ci sono altri film recenti che mi piacciono abbastanza ma in questo momento non mi vengono altri titoli in mente. “Se7en” non è esattamente un horror ma lo definirei un horror psicologico e probabilmente credo sia uno dei migliori film mai realizzati! Sono un appassionato dei film di Alexandre Aja, lo apprezzo sia come regista che come produttore. Ho un debole per il suo “Alta Tensione”: è un film così crudo e severo… impossibile da ignorare.
L: Lascia un messaggio ai lettori di DarkVeins!
K: Beh, grazie per aver letto le mie sciocchezze. Spero che sia stata una lettura piacevole e che continuiate a guardare i miei film. Mi sento molto fortunato di essere dove sono e di avere la possibilità di fare i film che faccio ma senza un pubblico ne varrebbe la pena? Grazie per il vostro tempo!
L: Grazie per la tua disponibilità Kim!