DarkVeins intervista Olivier Beguin, il regista di Chimères che ci parla non solo del suo interessante lungometraggio sul vampirismo ma anche di alcuni suoi corti.
L: Ciao Olivier, parlaci di te.
O: Ciao, sono Olivier Beguin, un regista svizzero. Attualmente sono in giro per i festival con il mio primo lungometraggio Chimères. Sono anche un grande appassionato di cinema.
L: Sei un grande fan dei film di genere. Perché ti piace l’horror?
O: Mi piace soprattutto il genere e anche i film fantasy. Amo l’horror perché permette di mischiare i sentimenti “reali” e le emozioni con cui ci si può identificare, ma in un mondo o in un luogo diverso dal nostro. E’ questa opportunità di mescolare più idee che apprezzo nel cinema di genere. L’horror puro invece mi piace per le immagini e per le sensazioni che riesce a trasmettere. Il film non lo guardi soltanto, lo senti fisicamente. Non tutti i generi permettono questo.
L: Quando hai iniziato a fare cinema?
O: Credo che tutto sia iniziato con i video girati nel bosco insieme ai miei compagni di scuola quando avevo 15 anni. Mio nonno – non finirò mai di ringraziarlo abbastanza – acquistò una videocamera e questo potrebbe sembrare strano ad alcuni giovani di oggi, ma in quel periodo era un privilegio poter avere accesso ad una telecamera. Ma “Fare cinema” potrebbe suonare un po’ pretenzioso per quello che stavamo facendo, credo. Anche se allora, sono sicuro, credevamo di girare film migliori de “I predatori dell’arca perduta”.
E poi qualche anno dopo, ho preso in seria considerazione il cinema e sono partito per la London Film School, dove ho imparato il mio mestiere e ho incontrato il mio attuale direttore della fotografia, Florian N. Gintenreiter.
L: Hai diretto anche diversi cortometraggi di successo come l’horror western Dead Bones e la commedia fantasy Employee of the Month. Puoi parlarcene?
O: Dead Bones è stato il mio 4° cortometraggio e abbiamo deciso – insieme ai produttori Adan Martin e Annick Mahnert – di fare un film che fosse una sorta di sfida per la Svizzera: un horror-western, girato in Almeria, con attori di Hollywood, Ken Foree e Arie Verveen. Penso che sia giusto osare quando si fa un nuovo film e questo è stato sicuramente il caso.
Poi è stata la volta di Employee of the Month, un piccolo film, ma ho deciso che non sarebbe stato il mio primo lungometraggio. Ma ancora una volta, volevo una sfida e perciò ho provato con la commedia che è sicuramente un genere molto difficile. Ma ho voluto che fosse ancora un “film di genere”, quindi sui mostri. Mostri disoccupati in cerca di lavoro… un cast divertente di cui fanno parte uno zombie, un vampiro, una mummia e un demone. Queste creature erano lì grazie al mio collaboratore per il make-up di lunga data, David Scherer.
L: Chimères è il tuo primo lungometraggio, un film che si concentra su una lenta e straziante discesa nel vampirismo. E’ un film molto strano in cui il mito del vampiro è stato rivitalizzato. Com’è nata l’idea? Puoi parlarne?
O: E’ stata piuttosto una… mutazione, diciamo. Inizialmente avevo intenzione di fare un altro film come mio primo lungometraggio, ma il progetto era un po’ troppo costoso per i soldi che avevamo a disposizione. Poi io e il mio co-sceneggiatore Colin Vettier abbiamo iniziato a buttar giù delle idee. Ne abbiamo avuto un paio, ma ben presto, quella del vampiro e della storia di una coppia sembrava la migliore – di nuovo, adattata al nostro budget.
Devo dire però che è iniziata come una commedia dark, un punto di riferimento sarebbe Un lupo mannaro americano a Londra. Ma ben presto, ho sentito di dover mettere da parte l’aspetto commedia e di concentrarmi su una storia d’amore.
Allora tutto è venuto insieme, realizzando una storia di vampiri ma in modo “realistico”, per concentrarmi sulla coppia. Nella maggior parte dei vampire movie una coppia si incontra a causa del vampirismo e per questo, per il mio film, ho voluto puntare su una coppia che è insieme già da tempo quando si presenta il problema, poiché ho visto poche storie del genere nei film. Poi il film si è evoluto anche durante la preparazione, parlando con gli attori, Jasna Kohoutova e Yannick Rosset, e durante le riprese. Per non parlare del montaggio, durante il quale ci siamo concentrati il più possibile sulla coppia e sulla storia d’amore.
L: Raccontaci qualcosa sul titolo. Perché “Chimères”?
O: In realtà durante le riprese abbiamo avuto un titolo provvisorio. Ho messo a disposizione una scatola in cui il team poteva proporre titoli – e il vincitore sarebbe stato premiato con una bottiglia di whisky. Purtroppo non ha funzionato bene: abbiamo avuto sia titoli non molto buoni che titoli che ricordavano film porno. Poi, dopo le riprese, Jasna, che interpreta il personaggio principale, ha avuto un’idea: Chimères. Mi è piaciuto fin dall’inizio, mi sono piaciuti sia il suono che i diversi significati della parola: 1) mostro greco 2) un’illusione 3) in biologia un organismo composto da cellule geneticamente distinte. Adoro i titoli che hanno diversi significati.
L: Nel cast c’è anche Catriona MacColl, nota per aver recitato nei film di Lucio Fulci. Perché l’hai scelta?
O: Catriona era già nel mio cortometraggio Employee of the Month. Sono entrato in contatto con lei attraverso il mio truccatore, David Scherer, che stava lavorando con lei al segmento The Theatre Bizarre di Richard Stanley. Ci è piaciuto lavorare insieme in Employee of the Month e a lei è piaciuta la squadra e la nostra città. Così, quando si è trattato di Chimères, in fondo è stato semplice, e il ruolo è stato scritto con lei in mente. Apprezzo molto la fiducia che Catriona ha riposto in noi e in quei film.
L: Chimères sta vincendo molti premi nel circuito dei festival e ha ottime recensioni. Ti aspettavi questo successo?
O: In realtà due giorni prima del debutto mondiale all’International Fantastic Film Festival di Neuchâtel, stavamo ancora lavorando sul mix con Gwenn Deschenaux, il sound designer (e co-produttore) e Lorris Gisana, il compositore. Quindi non abbiamo avuto proprio il tempo di pensare a cosa sarebbe successo con il film una volta finito. Sicuramente eravamo spaventati alla prima proiezione del film, questo sì! Ma quel primo festival si è concluso bene, con buone risposte, recensioni e menzione speciale della giuria. Non potevamo sperare in un inizio migliore.
E poi le reazioni sono state buone, quindi non possiamo davvero lamentarci. Siamo molto contenti di sapere che persone di diverse età si commuovono davanti ad una storia d’amore. Così, naturalmente, abbiamo sperato che la storia piacesse e che emozionasse, ma non posso dire che ci aspettavamo tanto. Questa è una buona ricompensa per tutta la squadra che ha lavorato duramente per permettere la realizzazione di questo film!
L: Avete già una distribuzione? Quali sono i problemi nel trovarla?
O: Sono lieto di poter dire che il nostro agente di vendita internazionale ha firmato un paio di occasioni al recente Cannes Market. Per quanto ne sappiamo abbiamo la distribuzione – anche se è molto improbabile che sia cinematografica – negli Stati Uniti, Canada e Germania. E pochi altri Paesi hanno mostrato interesse. La sfida più grande a quanto pare, è quella di trovare distribuzione nel nostro Paese, in Svizzera ma incrociamo le dita! E, naturalmente, se un distributore italiano leggerà questa intervista, i diritti sono ancora disponibili!
L: Quali sono i tuoi vampire movie preferiti?
O: Metto sullo stesso piano INTERVISTA COL VAMPIRO di Jordan e NEAR DARK di Bigelow. Un film molto malinconico e uno molto romantico. Due grandi film sui vampiri che trattano seriamente i personaggi.
L: Anche io li adoro entrambi. Qual’è il tuo film horror preferito di tutti i tempi?
O: Non mi stancherò mai di dirlo, ma La mosca di Cronenberg è stato il film più importante della mia vita. Questo è l’unico film che mi ha fatto capire, a 14 anni, che un film horror potrebbe essere un capolavoro e non solo un “B-movie” – sebbene io non abbia nulla contro il termine B-movie. Film che hanno avuto anche un forte impatto su di me ai tempi – e che amo ancora sono ANGEL HEART e HELLRAISER. Recentemente mi sono commosso abbastanza con MARTYRS. E naturalmente amo tutti i classici come JAWS, l’ESORCISTA, LA COSA, ALIEN, SEVEN e THE TEXAS CHAIN SAW MASSACRE.
Di recente ho avuto la fortuna di prendere uno screening delle versione rimasterizzata e di incontrare il signor Hooper. Inutile dire che mi sono comportato come un bambino di fronte a lui…
L: Prima di lasciarti andare, puoi dirmi a cosa stai lavorando attualmente?
O: Purtroppo non posso dire molto. In primo luogo perché non sono riuscito a lavorare su qualcosa perché di recente siamo stati in giro per i festival e non abbiamo avuto tanto tempo per questo. E anche perché i pochi progetti che voglio affrontare sono veramente in una fase iniziale. Ma penso che quello che mi piacerebbe fare è un film che sia una sorta di continuazione del mio cortometraggio DEAD BONES, un film horror/western.
L: Lascia un messaggio alla community di DarkVeins!
O: Grazie per mantenere viva la community horror. E si spera che alcuni di voi sia riuscito a vedere Chimères al Fantafestival!
L: Ti auguro buona fortuna Olivier. Grazie per la chiacchierata!