Luigi Cozzi (7 settembre 1947, Busto Arsizio) è uno dei massimi conoscitori e divulgatori (tramite la sua attività editoriale presso Profondo Rosso, fondata con Dario Argento) del cinema italiano.
Alcuni dei più interessanti testi dedicati ai film di genere (Horror, Fantascienza, Poliziesco, ecc.) sono stati curati da lui.
Ma l’autore di tanti libri è stato, in passato, anche un buon regista, dirigendo film di genere diverso e lasciando il segno del suo passaggio con la firma in regia dell’ottimo thriller L’Assassino è Costretto ad Uccidere Ancora.
Cozzi ha dato disponibilità (telefonica) rispondendo ad una serie di domande fattegli cercando di capire come, e perché, attualmente le condizioni del nostro cinema italiano gravino in condizioni piuttosto negative…
D:
la sua prima regia è ascrivibile ad un cortometraggio: Il Tunnel Sotto il Mondo.
Di cosa parla e come nasce l’idea di dirigere il film?
Cozzi:
da sempre la mia passione principale è stata la fantascienza. The Tunnel Under the World, scritto nel 1955 da Frederick Pohl era un soggetto che considerai adatto per coniare la fantascienza con l’altra mia grande passione che è, appunto, il cinema. La storia originale (dove un’intera comunità viene tenuta prigioniera da ricercatori pubblicitari) è stata, recentemente, presa a prestito anche nel film di Peter Weir (The Truman Show, 1998).
D:
in seguito collabora con Dario Argento: lavorando sul soggetto di 4 Mosche di Velluto Grigio. Come ricorda quel periodo passato assieme al regista?
Cozzi:
con Dario eravamo (e siamo tutt’ora) molto amici. Spesso ci si trovava al cinema assieme, o a tavola, e in quei contesti, si discuteva di una nuova storia da portare sullo schermo. La genesi del soggetto di 4 Mosche di Velluto Grigio ebbe queste caratteristiche, per essere poi formalizzata in sceneggiatura successivamente nelle lunghe sessioni tenute assieme a Dario.
D:
degli episodi del ciclo tv La Porta sul Buio, quello intitolato Il Vicino di Casa è forse il migliore, assieme a Testimone Oculare: all’epoca aveva considerato l’ipotesi di dirigere un film di genere giallo/thriller?
Cozzi:
desideravo cimentarmi con la regia, dopo aver lavorato come free-lance per alcune riviste di cinema (interessanti i suoi articoli su Horror, diretta, nei primi anni ’70, da Alfredo Castelli – n.d.r.) ed il contesto dell’epoca era quello: il giallo era l’unico genere che andava per la maggiore.
D:
come è giunto a dirigere il giallo L’Assassino è Costretto ad Uccidere Ancora, dato che il suo genere preferito è la fantascienza?
Cozzi:
la produzione, ispirandosi al romanzo di Giorgio Scerbanenco (Al mare con la Ragazza) aveva pensato di realizzare un film (in origine Il Ragno) che fosse un’estensione dell’episodio Il Vicino di Casa. Dopo la mia esperienza come aiuto regista di Argento, nonchè regista dell’episodio del ciclo La Porta sul Buio, lo stesso Dario fece il mio nome come quello più appropriato alla direzione del film.
D:
nel film Il Ragno v’è, a mio modo di vedere, un forte senso di “indipendenza” rispetto al giallo tradizionale nato sulla scia delle titolazioni argentiane.
A cominciare dal titolo, per proseguire con il fatto che L’assassino si vede in faccia sin dal primo fotogramma e che la polizia viene tratteggiata come efficiente e gioca un ruolo di primo piano…
Cozzi:
infatti è così. Nonostante il periodo richiedesse titoli e film dai contenuti “simili” a quelli di Argento, pensai di dare alla pellicola un taglio “diverso” ed in controtendenza. Assieme a Daniele Del Giudice scrivemmo la sceneggiatura del film apponendo tutta una serie di particolari decisamante inusuali: come quello del killer che appare sin dal primo fotogramma.
D:
le vicende distributive di questo film sono state piuttosto sofferte: realizzato nel 1973 approda sugli schermi solo due anni dopo, nel 1975 con titolo diverso. Rispetto alla prima versione sono stati apportati tagli o modifiche?
Cozzi:
una volta completato, il film venne bocciato dalla censura per i contenuti di scene giudicate troppo violente abbinate ad altre di sesso. In seguito, dopo aver “epurato” la pellicola dalle sequenze giudicate “estreme”, il film venne rititolato come L’Assassino è Costretto ad Uccidere Ancora ed uscì nelle sale italiane in versione cut. Quando sono stato contattato dalla Blue Underground per l’edizione digitale della pellicola ho imposto che il film fosse editato nella sua versione integrale: come era stato originariamente concepito.
D:
cambiamo rotta e puntiamo al genere a Lei più congeniale: Contamination è un ottimo esempio di fanta/horror, ricco di sequenze splatter e valorizzato dalla colonna sonora dei Goblin. Come si è giunti ad inserire la colonna sonora che sarà poi utilizzata anche nel film di Massaccesi, Buio Omega?
Cozzi:
il produttore aveva particolarmente gradito i temi musicali composti in precedenza dai Goblin, e quando questi furono contattati per comporre la colonna sonora si dettero subito disponibili, sapendo che in precedenza avevo già collaborato con Dario Argento…
D:
Starcrash è considerata una pellicola di culto: come ricorda Nadia Cassini, David Hasselhoff e Caroline Munro?
Cozzi:
Nadia Cassini lavorò un paio di giorni (sempre accompagnata dal marito), ma per quel che ricordo era molto simpatica e gentile, così come Caroline Munro. Per David Hasselhoff, pur essendo molto attivo in telefilm destinati alla televisione, la partecipazione a Starcrash rappresenta il suo debutto sul grande schermo.
D:
Lei ha avuto occasione di lavorare assieme a Joe D’Amato, collaborando agli script dei film con tema “caraibico”. In seguito le è stato proposto di dirigere La Casa 4, produzione di Massaccesi: perchè si è rifiutato di portare a compimento il film?
Cozzi:
rinunciai alla direzione del film dopo due settimane: il set era allestito e si era già in fase di realizzazione tecnica della pellicola. E’ che la storia non mi attirava, la trovavo troppo scontata e banale. Massaccesi voleva che dirigessi un film che non sentivo mio: e senza motivi particolari decisi di rinunciare a dirigere un horror con destinazione finale la televisione….
D:
secondo Lei, perchè in Italia non si è sviluppata la cultura del cinema di Fantascienza? Eccezion fatta per alcuni titoli di Margheriti e rare incursioni tipo Shark-Rosso nell’Oceano di Bava o alcuni suoi film (Starcrash e Contamination)…
Cozzi:
in Italia non c’è la mentalità internazionale verso questo tema: a cominciare dai produttori, per finire al pubblico. Manca una cultura adatta per approfondire questo tema, che non è particolarmente gradito dal pubblico.
Per Starcrash, ad esempio, un film di budget medio-alto, è stato possibile portare a compimento il progetto grazie al coinvolgimento di produttori esteri. L’appoggio di capitali da parte di case di produzione straniere ha consentito di realizzare un film di fantascienza mediante l’utilizzo di tecniche adeguate e, normalmente, precluse a realizzazioni prettamente italiane…
D:
può svelare il mistero della mancata distribuzione italiana di Black Cat-De Profundis?
Cozzi:
sul finire degli anni ’80 l’intromissione delle televisioni nelle produzioni cinematografiche ha decretato la nascita di film destinati (principalmente) ad un passaggio televisivo. Black Cat non venne ritenuto opzionabile per un passaggio tv, pertanto la sua unica destinazione è stata quella del mercato estero…
D:
come regista pensa che non tornerà più dietro la mdp?
Cozzi:
vedremo cosa propone il futuro: a priori nessuna decisione di rinunciare a dirigere un film che magari risulti interessante o di approfondire un soggetto meritevole di attenzione…
Ringrazio Cozzi per la generosa disponibilità, e per la cortesia dimostrata in questo contesto.
Intervista a cura di Fabio Pazzaglia