Il regista argentino Luciano Onetti ha concesso a DarkVeins un’intervista per parlare del suo interessante e affascinante Sonno Profondo (qui la recensione). Nello specifico, il film omaggia il genere giallo italiano degli anni ’70. Vincitore del Tabloid Witch Awards per la “Miglior colonna sonora”, Sonno Profondo è stato girato in Argentina e la sceneggiatura, a cura dello stesso Onetti, è scritta in italiano.
L: Ciao Luciano, grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo! Raccontaci qualcosa di te.
L.O.: Grazie per avermi dato l’opportunità di parlare del mio film. Ne sono molto felice. Questa è la mia prima intervista per il Paese in cui è nato il genere giallo, la bella Italia! Alcuni critici hanno detto che sono un regista italiano che vive in Argentina o che sono un argentino che vive in Italia e che ho girato il mio film lì. La verità è che sono argentino e Sonno Profondo è stato girato qui, in Argentina.
Attualmente lavoro per il sistema giudiziario, che è l’opposto delle mie vere passioni: film, musica e anche prestidigitazione e giochi di prestigio con le carte, che ho abbandonato qualche tempo fa.
La mia passione per il cinema è nata nel 2010, e da allora, dedico gran parte della giornata alle riprese e al montaggio. Vorrei che i giorni fossero più lunghi per dedicarmi di più ai miei hobby.
L: Come hai iniziato a fare cinema e, nello specifico, cosa ti ha spinto nel genere giallo?
L.O.: Inizialmente, non ho mai pensato che un giorno sarei stato in grado di fare un film. Uno dei motivi è che, secondo me, vivere della propria arte è un po’ complicato. Oggi ti insegnano che per lavorare nelle grandi aziende bisogna possedere una laurea. Pochissime persone scelgono di continuare a coltivare la propria passione dedicando tutto il loro tempo a quella che io considero una “hobby art”.
Fino a poco tempo fa, pensavo che fosse possibile lavorare in un ufficio e avere anche il tempo di fare un film. Il tempo però non è abbastanza anche quando c’è tanta passione e tanta energia creativa.
Ho iniziato con questo processo creativo quando non avevo un lavoro. Quindi mi ci sono dedicato anima e corpo riuscendo così a godere a pieno di tutto ciò che stavo creando, senza pressioni o disagio. Nel 2010 una situazione familiare mi ha costretto a tornare nella mia città e, non sapendo come affrontare il dolore e la paura, ho deciso di acquistare una videocamera.
Nicolás (mio fratello) è un collezionista di VHS horror. E’ stato un periodo incredibile durante il quale abbiamo guardato molti film e, anche se non conoscevo il genere giallo, ricordo che c’erano molti film di Dario Argento in quella collezione. Il loro lato artistico ha attirato la mia attenzione.
Tra il 2010 e il 2011, mio fratello mi ha invitato a vedere alcuni film. E da quel momento, il mio interesse è cresciuto. Mi sono innamorato di questo genere proprio per la sua mancanza di ambizione nella produzione e per la sua alta creatività in tutti i suoi contenuti: le belle location italiane, l’incredibile musica, i cliché del genere e le mani nascoste in guanti di pelle utilizzati dai criminali. Anche se, tra i tanti film gialli, devo dire che mi sono piaciuti in particolare i guanti in lattice utilizzati ne “La tarantola dal ventre nero” (The Black Belly of the Tarantula).
Questo genere mi ha sorpreso perché è l’opposto di quello che il cinema americano offre di solito.
L: Sonno Profondo è il tuo primo lungometraggio. E’ un omaggio al cinema giallo italiano degli anni ’70 e riflette le tue influenze cinematografiche. Come descriveresti il tuo film?
L.O.: Considero Sonno Profondo come un esperimento all’interno del genere ma non supera i limiti che a volte invece ci sono nei film che presentano solo influenze da altre pellicole. Se un film mostra solo influenze di altre opere, non potrebbe appartenere a quello stesso genere.
Sonno Profondo è un giallo tradizionale ma è mostrato da un’altra prospettiva. Molte persone pensano che alcuni degli ultimi film prodotti siano “neo-Gialli” ma, a mio parere, essi mostrano solo le influenze provenienti da altri film. Ed è naturale che un regista voglia utilizzare elementi da un così bel genere. Non credo che un film che mostra soltanto un killer con guanti di pelle appartenga al genere giallo. In un film bisogna applicare tutti gli elementi del genere affinché sia un giallo a tutti gli effetti.
A volte, l’ambizione di voler creare qualcosa di diverso ti mette nelle condizioni di utilizzare quella combinazione di elementi per creare qualcosa che va oltre i limiti del giallo ma tutto dipende dalla propria interpretazione del genere. Molte persone pensano che utilizzando luci rosse e blu poi, siano convinte che si tratti di un film giallo. Personalmente, ho scelto l’ambiente nella sua interezza: voglio che si respiri l’aria del genere in ogni secondo.
L: La storia è raccontata dal punto di vista del killer. Penso che sia un modo per capire la mentalità dei due assassini e di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Ci puoi parlare di questa interessante scelta?
L.O.: E’ molto difficile fare un film a basso budget usando la tecnica POV. Ma il mio film me lo ha permesso perché non è commerciale. Se si vuole raggiungere ogni tipo di pubblico, allora è meglio dirigere film commedia o di animazione. Sonno Profondo e l’uso del POV rappresentano la realtà perfetta di quanto illustrato in ogni scena. La mancanza di dialoghi, la solitudine e la confusione mentale… quel vuoto che si sente… queste sensazioni ed emozioni sono le stesse che una persona proverebbe se si trovasse nella medesima situazione del protagonista nella sequenza finale del film. All’inizio, il POV nel film giustifica lo stato di sonno profondo.
Altri aspetti, come la visualizzazione di sole esperienze personali senza mostrare il lato politico, la motivazione di fare un film diverso all’interno del genere e, infine, la mancanza di risorse, sono quindi giustificate.
L: In questo film non sei solo il regista ma anche sceneggiatore (insieme a Daiana García), attore, compositore e fotografo. Qual è stato il compito più difficile per te?
L.O.: Onestamente, non avevo altra scelta, e ho deciso di fare tutto da solo. Non ho mai incontrato nessuno (per non parlare della mia città) che si fosse occupato di riprese, recitazione e montaggio. Così ho dovuto imparare tutto da solo, con pazienza e dedizione. Ho passato molte ore a modificare i video prima di comprare finalmente una videocamera. Poi, ho dovuto capire anche comeusarla perché non conoscevo tutte le sue funzioni.
Per quanto riguarda la musica, non ho avuto problemi, dal momento che stavo registrando da qualche tempo. La parte più difficile è stata girare alcune scene a causa della mancanza di risorse. Nella mia mente, potevo immaginare una scena da migliaia di punti di vista ma la realtà è che mi sono dovuto adattare a quello che avevo a disposizione. Ho avuto difficoltà nell’uso delle luci, poiché avevo solo un riflettore che reggevo con una mano durante le riprese. La mancanza di risorse mi ha costretto ad adattarmi a questa realtà e a lasciare da parte molte cose che avevo immaginato prima di girare.
L: E’ stato difficile o divertente per te interpretare il ruolo del serial killer?
L.O.: Mi ha fatto molto piacere indossare i guanti di pelle. Forse perché mi sono dedicato alla prestidigitazione con le carte per molti anni, quando ho imparato a muovere le mani delicatamente e misteriosamente. Questo ha facilitato l’uso dei guanti e ha semplificato anche i movimenti di macchina tipici della tecnica POV.
In alcune scene l’assassino era Daiana García. Ad esempio, nella scena girata nel bosco, lei ha interpretato il ruolo sia dell’assassino che della vittima.
L: Sei il compositore della colonna sonora di Sonno Profondo. Il film ha vinto il Tabloid Witch Awards per la “Migliore colonna sonora”. Parlaci della tua affascinante musica e delle tue influenze musicali.
L.O.: Sono veramente grato per questo premio perché hanno partecipato più di 400 film in quel concorso, e un riconoscimento è sempre ben accetto. L’idea non era quella di utilizzare la musica di altri film di genere, dal momento che tutta la creatività sarebbe andata perduta. Forse, qualche volta questo potrebbe essere positivo ma la sensazione non sarebbe la stessa e, naturalmente, i costi di copyright sono elevati.
Credo che per certi aspetti le mie influenze siano Ennio Morricone e i Goblin, anche se penso che in tutti i film Gialli, la musica è molto simile. Questo può essere visto in grandi musicisti come Ennio Morricone, Bruno Nicolai, Frizzi e Alessandroni. I Goblin erano più legati al rock progressivo ma hanno dato un’altra dimensione alle colonne sonore degli anni ’80. Ma durante gli anni ’70, la musica è stata fatta nello stile dei compositori di cui sopra.
L: La sceneggiatura del film è scritta in italiano. Perché?
L.O.: La mia idea era quella di rispettare il genere che è nato in Italia. Non considero Sonno Profondo un omaggio al genere ma un tributo all’Italia. In Giappone, il tango argentino è molto stimato e ci sono anche giapponesi campioni di tango ma non hanno mai cambiato il nostro ballo inserendo i loro diversi stili di danza giapponese. Si tratta di una dimostrazione di rispetto per qualcosa di innato che può essere imitato ma mai eguagliato. Bisogna avere un grande rispetto.
La stessa cosa è successa a me con il genere giallo. La sceneggiatura di Sonno Profondo sarebbe potuta essere scritta in qualsiasi lingua. Personalmente, penso che l’arte non parli; non ha un linguaggio specifico. L’arte è pura manifestazione materiale. E sebbene oggi l’inglese sia la lingua universale, io ho scelto l’italiano.
L: In Sonno Profondo tutto ricorda il genere giallo: l’atteggiamento dell’assassino, il colore del sangue, il titolo, le auto, la musica, la fotografia con quell’autentico stile anni settanta… quanto tempo ti ci è voluto per renderlo un film giallo perfetto?
L.O.: Come dicevo prima, la mia intenzione era quella di ricreare l’atmosfera di questo genere ai suoi tempi d’oro. E a volte non è facile, specialmente nel 2014. Si può costruire una scena perfetta ma non sempre è sufficiente a trasmettere la stessa sensazione che ho avuto quando ho visto questi film. Le pellicole degli anni ’70 mi hanno immerso in un’atmosfera speciale: i suoni, la musica, le tecniche di ripresa… il giallo mi ha sedotto completamente. E penso che io sia riuscito a ritrarre tutto questo in Sonno Profondo e, sinceramente, senza volerlo, perché non l’ho fatto meticolosamente. Tutto è accaduto senza una ragione. Ecco perché io dico sempre: “il più semplice, il migliore”.
Ho girato il film in cinque mesi ma solo nei fine settimana, o quando era possibile.
A volte, mentre cammino, quando noto qualcosa che cattura la mia attenzione mi ritrovo a dire: “questo è giallo!”. Beh, questo è ciò che il genere mi trasmette.
L: Quali sono state le scene più difficili da girare? E qual è il tuo momento preferito nel film?
L.O.: L’idea che mi ero prefissato per la scena in ospedale mi sembrava grandiosa. Devo ammettere che non è andato come avevo immaginato. Questa scena è stata davvero molto difficile da girare a causa delle norme di sicurezza ospedaliere. E’ stata girata in pochi minuti, evitando le guardie di sicurezza. E tutto il materiale che ho potuto recuperare e modificare è stato incluso in Sonno Profondo. A sua volta, è stato uno dei punti forti, a causa dell’adrenalina che ho avuto nel girare in questo modo. Questa scena si è trasformata quindi in un grande aneddoto.
L: Puoi parlarci della produzione (Guante Negro Films) del tuo film d’esordio?
L.O.: Guante Negro Films è un nome di fantasia, dal momento che tale società di produzione non esiste. Noi non abbiamo un ufficio e non abbiamo una sala di montaggio con grandi attrezzature. Diciamo che Guante Negro è come una fratellanza, letteralmente parlando, tra Nicolás e me.
In Sonno Profondo non ci sono state grandi spese; è un film con un budget molto basso. L’inventiva è stata maggiore rispetto al valore economico al fine di ottenere gli elementi necessari che servivano per il film. Tutto era una questione di cercare e trovare, e così il film è stato girato. In Sonno Profondo, mio fratello Nicolás ha avuto il ruolo di consigliere ed è stato colui che ha dato vita al film mandandolo a festival cinematografici. Poi, ha iniziato a contattare personaggi dell’industria cinematografica i quali hanno dato peso e serietà al film.
L: Il film è stato proiettato in molti festival (Sitges, Móbido Fest …). Puoi parlarci di questa esperienza?
L.O.: E’ stato qualcosa di inaspettato e, come di solito accade con una bella sorpresa, rimarrà sempre tra i nostri ricordi più belli. L’essere stati scelti da più di 26 festival internazionali ci ha motivati a continuare nel mondo del cinema, cercando sempre di migliorare, o almeno di conoscerlo un po’ più a fondo. E’ una questione di tempo, dopo tutto.
Sitges è stata un’esperienza unica. Non conoscevamo questo tipo di festival e le loro tradizioni. Abbiamo avuto una grande accoglienza e ho potuto presentare il mio film il giorno del mio compleanno, l’11 ottobre. E grazie a questi festival, abbiamo potuto incontrare persone provenienti da tutto il mondo che ci hanno espresso il loro apprezzamento per Sonno Profondo.
L: Quali sono i gialli che preferisci? Quali i registi?
L.O.: Onestamente, ho ancora molti film da vedere. Ho preferito non vederne tanti prima di girare perché a volte molte influenze possono portare a imitazione. In ogni caso, ho visto molte scene comuni in diversi film. E’ molto difficile rendere una scena diversa da qualcosa che è stato già fatto prima, dal momento che le opzioni sono molto limitate in questo tipo di genere.
Tra i film che mi sono piaciuti di più, ho scelto: “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Profondo Rosso”, “Tenebre”, “I Corpi presentano Tracce di Violenza Carnale (Torso)” e “Lo squartatore di New York”, apprezzando quindi i rispettivi registi.
L: Qual è il tuo film horror preferito di sempre?
L.O.: E’ molto difficile scegliere tra così tanti film che mi hanno colpito ma posso citare “La notte dei morti viventi” di George Romero e “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper.
L: Quali sono i tuoi progetti per il futuro? C’è in programma un altro giallo?
L.O.: Il nostro progetto è già a metà strada ed è un nuovo giallo che ho scritto con mio fratello. E’ un film più elaborato e molto diverso da Sonno Profondo. Diciamo che è più classico, un thriller/giallo ricco di suspense.
Catturerà sicuramente l’attenzione degli appassionati del genere e anche di coloro che non lo sono. Diciamo che il livello di esperienza in questo film sarà più alto.
L: Lascia un messaggio ai lettori di DarkVeins!
L.O.: Voglio mandare i miei saluti a tutti i seguaci di Darkveins ed esprimere la mia gratitudine a tutti i lettori, critici e intervistatori: grazie a loro i film saranno tenuti in vita per sempre.
Un saluto speciale e un ringraziamento a te, Barbara.
L: E’ stato un piacere Luciano, grazie per la tua disponibilità!