Intervista a Davide Pesca

davideIntervista a Davide Pesca, regista horror indipendente, effettista e autore del recente horror collettivo 17 a mezzanotte. Ci parlerà non solo del suo ultimo lavoro ma anche delle sue opere precedenti, dei progetti futuri (tra cui un libro dedicato al cinema horror più estremo e un documentario sulla Body Modification, “Use your Body”) e anche della Demented Gore Production, casa di distribuzione cinematografica da lui stesso fondata.

L: Chi è Davide Pesca?

D: Sono un ragazzo di 32 anni, mi occupo di video making per lavoro, spaziando tra: videoclip musicali, documentari e videoriprese di tutti i tipi (matrimoni e cerimonie escluse). Ho la passione per il cinema (soprattutto horror/splatter), gli effetti speciali, gli anni ’80 e tutto ciò che riguarda l’horror in generale.

L: Cosa ti ha appassionato del cinema tanto da entrare a farne parte?

D: Anche se sembra trita e ritrita come risposta, ti dico che il cinema è la mia linfa vitale (principalmente quello che guardo, ma anche quello che creo) assieme alla musica. E’ una delle poche cose che mi fa davvero star bene e mi permette di evadere dalla vita reale. Inizialmente guardavo e divoravo qualsiasi tipo di film horror (e non) proveniente da qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi lingua, poi la passione per l’horror e soprattutto per lo splatter caratterizzato di effetti speciali mi ha portato a realizzare qualcosa di mio.

L: Che ricordi hai del primo corto che hai realizzato?

D: ricordo che non avevo nemmeno una videocamera mia, ma con l’aiuto di un amico girai questo corto dal titolo Nunchaku, il tutto realizzato in 2/3 ore. Lo montai in altrettante ore e così, per gioco, decisi di mandarlo in concorso all’Alienante Film Festival. Premetto che il film era a dir poco imbarazzante a mio avviso, ma fatto sta che dopo qualche tempo mi arrivò una telefonata: era l’organizzatore del festival, Nunchaku arrivò secondo. Non mi spiego ancora come…

L: Alle spalle hai tantissimi cortometraggi e anche lungometraggi. Quali consideri i più riusciti e quali ti hanno dato maggiori soddisfazioni?

D: I meno riusciti sicuramente i primi, nonostante erano molto più fantasiosi, erano anche privi di professionalità e anche il mio penultimo corto dal titolo Night Hungry seppur racchiude l’impegno di tutti, non mi ha pienamente soddisfatto.
I più riusciti personalmente sono: il mio recente Life, Death and Sins (perchè rappresenta il mio lavoro più introspettivo e personale) e Discesa per l’inferno, dove ho voluto omaggiare la serie “Twin Peaks”.

L: Puoi parlarci della casa cinematografica Gore Demented Distribution?

D: La Demented Gore Production nasce esattamente quando ho cominciato la mia carriera (se così si può definire). Ho deciso di chiamarla così perché rappresenta esattamente (sopratutto nei miei primi lavori), il genere che realizzo: produzioni gore dementi/demenziali.

L: Life, Death and Sins (2013) è un film diviso in sette episodi. I temi costanti che serpeggiano in tutti i segmenti sono il dolore e la morte. Puoi parlarci di questa tua opera che piacerà sicuramente agli amanti del genere horror e splatter? Perché tanta sofferenza inflitta e autoinflitta?

D: Pensavo a questo progetto da anni: volevo realizzare qualcosa di totalmente personale e folle che racchiudesse dei temi ben precisi: morte, follia e sensualità.
Con Life, Death and Sins ho cercato di concentrare il film sulla potenzialità e la decadenza del corpo umano attraverso sette fasi della vita dove la violenza e il peccato ne fanno da padroni. 7 episodi come i 7 peccati capitali. Ho girato questo film totalmente per me stesso, quasi come se fosse l’ultimo film che dovessi girare e quindi ho inserito tutto ciò che adoro: sangue, sesso, effettacci gore e video arte sperimentale.

L: In “The Vice is the Enemy” (Capitolo 3) di Life, Death and Sins ci metti di fronte ad una particolare partita a scacchi. Puoi parlarcene? Com’è nata questa idea?

D: Nasce tutto dal famoso Settimo sigillo, ed è proprio a quello che mi sono ispirato, ma a modo mio. La partita a scacchi con la morte ho deciso di trasformarla in un contesto dove la morte è il giudice assoluto con il potere di decisione assoluta sui due due giocatori… ed è proprio grazie ai miei amici Mutant Squad (gruppo di body performer) che ho potuto rappresentare questo segmento con sequenze di reale violenza, riducendo all’osso gli effetti speciali.

L: Che rapporto hai con la Body Modification?

D: Il mio rapporto con la Body Mod nasce 7 anni fa, proprio quando cominciai a girare assieme a Bruno Valsecchi (piercer e modifier) “Use your body”, un documentario basato sulla Body mod a 360° (tatuaggi, piercing, Body Suspension, Modifiche corporali, Impianti sottocutanei ecc…) e attualmente in fase post produzione. Per questo progetto ho girato parecchio (Usa, Francia, Inghilterra, Germania ecc..) frequentando e conoscendo a fondo il settore. Poi col tempo ho cominciato a collaborare con varie associazioni di body suspension e body performer, una su tutte l’APTPI.

L: Sei l’autore di 17 a mezzanotte, un film antologico diviso in 17 episodi a cui hanno preso parte altrettanti registi del panorama cinematografico horror indipendente. Com’è nata questa idea?

D: Parto dal presupposto che adoro da sempre i film horror ad episodi, ma l’idea effettiva mi è venuta dopo aver visto il film Abc’s of Death. Ho pensato che anche in Italia si poteva realizzare un progetto simile e quindi, un po’ per non copiare pari pari l’idea di “Abc” e un po’ per utilizzare qualcosa attinente all’horror, ho deciso di scegliere un titolo ad effetto come “17 a mezzanotte”, e per creare una connessione, formare il film proprio da 17 cortometraggi, quindi ho contattato i registi proponendo la cosa e tutto è cominciato.

L: Nel tuo episodio Peep Show presente in 17 a mezzanotte è impossibile non notare il connubio bellezza e orrore. Cosa puoi dirci a riguardo?

D: Peep show è nato come “rip-off” di uno degli episodi del mio mediometraggio precedente Life, Death and Sins. Anche qui ho voluto sottolinere le gioie e i dolori della carne… Nel corto l’uomo assiste ad uno spogliarello e come succede spesso quando si assiste ad uno spettacolo di questo tipo o ad un film xxx, lo spettatore è invogliato a voler vedere sempre di più ed è portato al non accontentarsi. Con Peep show volevo proprio lavorare sul concetto di insoddifazione.

L: In questo tuo progetto hai anche realizzato l’episodio cornice. Puoi parlarcene?

D: L’episodio cornice di 17 a mezzanotte è il filo conduttore che collega tutti i 17 episodi tra loro. Come in una sorta di Saw, un uomo si ritrova legato ad una sedia e di fronte a lui, solo un orologio a pendolo puntato proprio su 17 minuti a mezzanotte: i minuti passano uno ad uno, proprio come i cortometraggi che compongono il film, fino ad arrivare al prevedibile rintocco della mezzanotte. Questa è in poche parole la trama. Per il finale, prezioso è stato l’aiuto dell’amico regista Francesco Longo che con un tocco di Vfx ha realizzato un effetto davvero efficace.

L: E’ stato difficile lavorare su questo progetto? Sei soddisfatto del risultato finale?

D: Inizialmente, seppur gli aspetti da curare erano davvero molti (organizzazione, montaggio, sito ecc), con l’aiuto di alcuni registi che hanno dato una grossa mano per alcune parti del progetto, siamo riusciti a portare a termine il lavoro senza troppi intoppi. E nonostante alcune differenti idee di procedimento e destinazione di lavoro finale, devo dire che sono molto soddisfatto del nostro 17 a mezzanotte. Ovviamente 17 teste sono 17 modi di pensare e mettere d’accordo tutti non è stato affatto facile ma quel che è bene finisce bene e il film è pronto.

L: 17 a mezzanotte è terminato. Quali sono le prossime mosse? E’ prevista una distribuzione?

D: Proprio da Aprile, il film sarà proiettato in alcuni festival del settore cominciando dal “FI-PI-LI HORROR FESTIVAL” e l’unica possibilità di vedere 17 a.m. è proprio tramite festival e rassegne varie. Dopo questo “giro fest” il film verrà reso disponibile gratuitamente online sul sito ufficiale. Per ora queste sono le mosse concrete che verranno effettuate ma sul sito verrà pubblicata qualsiasi tipo di novità rigurdante il progetto…

L: Sei anche un effettista e tra l’altro hai prestato la tua professionalità ad altri registi (segnalo gli efficaci effetti speciali da te realizzati in Kokeshi di Del Fiol per Connections). Perché oltre che regista anche effetti sta? Cosa ti piace particolarmente di questo settore?

D: Ho cominciato a dirigere film proprio per portare in video gli effetti speciali che creavo, ogni volta che guardavo un film horror, mi soffermavo sulle scene gore per cercare di capire come venivano realizzate e col tempo ho cercato di creare da me qualsiasi tipo di effettaccio splatter da mettere nei miei film. Da un paio d’anni tengo dei piccoli workshop di trucco sfx e horror make up per varie associazioni e di tanto in tanto realizzo effetti speciali per altri registi, come ad esempio il recente “Kokeshi” di Paolo Del Fiol”: un’esperienza seppur impegnativa, davvero divertente e interessante.
Sulla domanda del perché effettista oltre che regista, ti rispondo subito: per scelta, ma anche un po’ per necessità, perché purtroppo ho sempre avuto difficoltà a trovare collaboratori nella zona dove abito (provincia di Sondrio) e quindi da sempre mi occupo di riprese, montaggio effetti ecc.

L: Chi sono per te i registi che hanno lasciato il segno nel mondo cinematografico di genere? Quali i migliori film horror?

D: I miei registi cult sono John Carphenter per la sua inconfondibile capacità narrativa e tecnica e Clive Barker perchè lo considero un genio creativo e visionario che ha saputo osare.
Il mio film preferito in assoluto è Il seme della follia ma non posso fare a meno di mensionare anche Grosso guaio a Chinatown, Sotto shock e Nightmare 4 – Il non risveglio.

L: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

D: Ho attualmente 3 progetti concreti in ballo:
– per prima cosa voglio promuovere al meglio 17 a mezzanotte;
– poi momentaneamente ho deciso di appendere la videocamera al chiodo per terminare il libro che sto scrivendo: una sorta di guida sul cinema horror più estremo e violento presente nel mercato video mondiale (sono quasi all’80% dell’opera);
– inoltre sstiamo terminando il montaggio del documentario sulla Body mod “Use your body”.

L: Una tua opinione su questa intervista?

D: Molto diretta e ben strutturata, complimenti! E’ stato davvero un piacere.

L: Lascia un messaggio agli amici di DarkVeins e a tutti coloro che leggeranno questa intervista!

D: Come sempre ringrazio tutti per questa bell’intervista e ne approfitto spudoratamente per fare la mia marchetta promuovendo il mio canale youtube.
Inoltre invito tutti, qualora vogliate chiedermi info sui miei progetti, link dei miei film, consigli, farmi critiche o altro, di contattarmi tranquillamente su Facebook…
Grazie ancora.

L: Grazie a te Davide e buona fortuna!

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Barbara Torretti
Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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