Intervista a Dardano Sacchetti

Precisiamo subito che, a questo punto, un forte senso di tristezza ci assale, perchè come tutte le cose “belle” quando finiscono, lasciano una vena di malinconia…
Ma è anche vero che il nostro è solo un saluto a Dardano Sacchetti, perchè sono sicuro che, fra non molto, avrà altre cose importanti da segnalare (penso ad es. al remake di Sette note in nero)…

Siamo orgogliosi di aver potuto fare così tante domande, e di aver ricevuto risposte così esaustive e complete…
Il materiale che abbiamo raccolto rimmarrà sicuramente nella sezione “cinema” del nostro Sito, e troveremo anche il sistema di allegare il trattamento de “La mummia”…

QUINDI, concludendo

D: Dopo un passato di soggetti e sceneggiature alle spalle, cosa fà oggi Dardano Sacchetti?

Sacchetti:
“Cosa faccio oggi?
Scrivo sceneggiature, soggetti, saggi, racconti, poesie, libri;
Progetto un film con Eronico in Cina o in Russia;
uno con Alex Infascelli;
e infine un thriller con Carlei da fare in america…
Sto preparando il remake di “Sette note in nero”;
sono in contatto con Joe Dante e Quentin Tarantino;
partecipo a programmi radiofonici;
subisco interviste;
tengo corsi di sceneggiatura;
in più gioco coi miei cani (otto molossidi da 50 kg, robba seria) coi miei gatti, col mio topo, le mie due tartarughe e con la mantide regiligiosa, da un pò ho perso di vista la civettina;
leggo, di tutto, moltissimo.
guardo film;
faccio lunge passeggiate insieme a Elisa, rincorro i miei figli;
uno, Davide, sta montando il suo primo documentario da regista: come aiuto ha lavorato per un anno con Scorsese anche alla revisione della sceneggiatura, con Ridley Scott in Marocco su Black Hawk Down, con Mel Gibson su The Passion, ecc…
Livia invece è laureata in letteratura inglese con dottorato su Stoppard, attualmente insegna, ma traduce e sta scrivendo il suo primo romanzo ed è, a detta di Agostino Lombardo suo professore, una delle massime esperte di Shakespeare in Europa.”

D: Tirando le somme del tuo lavoro, quali sono gli aspetti che più ti hanno dato soddisfazione e quando, invece, hai trovato momenti di sconforto?

Sacchetti:
“Solo soddisfazioni, nessuno sconforto. faccio un bellissimo mestiere, mi diverto, conosco gente, viaggio, libero la fantasia e i miei fantasmi, guadagno, qualche volta anche bene; certo, ci sono state diverse incazzature quando ho incontrato gli stupidi, non avete idea della marea di stupidi che c’è in questo mestiere… Sono noto per avere un brutto carattere, e ho sempre usato la sega elettrica, a volte anche nei confronti dei miti… li accuso di aver rotto il giocattolo per egoismo e cecità.”

D: Che opinioni ti sei fatto della nuova ondata horror spagnola (con monomania di tipo persecutorio/familiare, tipo Darkness, Nameless e Second Name)? E della nuova invasione di pellicole orientali?

Sacchetti:
“L’horror spagnolo è la conferma che anche noi avremmo potuto raggiungere un livello di dignità e di sopravvivenza, ma dietro l’horror spagnolo ci sono idee, registi che fanno di tutto per difendere il lavoro, produttori che producono e non sfruttano…
Il cinema orientale, quello cinese soprattutto, sta diventando bello e imposssibile…
Gli americani sono in grossa fase di stanca e fra qualche anno il grande cinema spettacolare verrà proprio dalla Cina… mi piace il cinema giapponese, sempre stimolante e anche quello coreano… non conosco quello indiano, anche se loro producono più di mille film l’anno e so che girano versioni indiane di alcuni miei film: sicuramente hanno rifatto Zombi 2 inserendo piratescamente pezzi di quello vero.”

D: Come vedi l’attuale situazione cinematografica italiana?

Sacchetti:
“Non la vedo, semplicemente perchè la situazione cinematografica italiana non c’è… negli ultimi due anni hanno gridato al miracolo perchè Nanni Moretti, 25 anni dopo, ha girato un film che ricorda Ordinary people, film d’esordio di Robert Redford e poi perchè quest’anno Amelio ha fatto un film che ricorda Rain man, ovvero anche loro hanno scoperto la “tv del dolore” e l’hanno portata al cinema per fare audience… il nostro cinema non sa più raccontare la realtà di oggi, le problematicità di oggi, ne fare del vero intrattenimento coi generi, persino i film comici sono pezzi sciolti cuciti insieme malamente sulle spalle di due vecchietti prossimi alla pensione… che altro devo dire?”

D: Hai mai pensato di metterti “dietro” la macchina da presa in veste di regista?

Sacchetti:
“Claudio Mancini, il produttore di Sergio Leone, voleva farmi esordire con “Estinti” un mio copione, ma c’erano gli anni di piombo, non era il momento adatto per un horror, i cinema chiudevano alle otto di sera ed erano vuoti…”

D: Puoi dirci cosa pensi della commistione videogiochi/cinema e delle pellicole da questa derivate (Resident Evil, The House of the Dead, ecc.)?

Sacchetti:
“La commistione viodeogiochi-film mi lascia perplesso, capisco che dietro c’è una forte spinta delle Major americane per “acchiappare” il pubblico giovanile e trascinarlo dalla playstation al cinema, del resto accadeva anche quando ero piccolo io, solo che al posto del videogioco c’era il romanzo di Dumas o il fumetto western o di guerra… boh… non ho mai giocato con la playstation, mi sembrano immagini che non mi appartengono, ma forse è un mio limite.”

D: Qual è il cinema horror internazionale che hai maggiormente apprezzato e che, in qualche maniera, ha influenzato il tuo lavoro?

Sacchetti:
“Per quantità e qualità e anche serietà indubbiamente quello americano, poi ci sono alcune chicche… “I diabolici” per esempio, certi film inglesi o danesi,
qualche spagnolo: “La cavalcata dei morti senza occhi”, per dire il primo che mi viene in mente….”

D: Di tutte le persone che hai avuto modo di conoscere nell’ambito del cinema, quale ricordi con più piacere e perchè?

Sacchetti:
“Non ho dubbi: Dino De Laurentiis… grande uomo di cinema, grande uomo in generale…
Grazie a lui ho lavorato per sei mesi a Londra a grossi progetti internazionali, poi quasi un anno a New York in Lincoln Center, al 15 piano del grattacielo della Universal dove avevo il mio ufficietto; De Laurentiis mi ha fatto conoscere John Milius, Sharon Stone, Michael Mann ecc… mi ha trasformato da cinematografaro romano in sceneggiatore…”

D: Raccontaci di un tuo progetto al quale sei legato e che, per un motivo o per l’altro,non è andato in porto..

Sacchetti:
“Non ho progetti non andati in porto, ho progetti abbandonati da me perchè non mi convincevano più, ma non ne vale la pena parlare; poi, se vuoi, ci sono state occasioni mancate, ma la vita è fatta di treni che si incrociano e non sempre le coincidenze funzionano…”

D: Al di là dei soggetti e delle sceneggiature, ci puoi raccontare alcune delle tue partecipazioni sui set cinematografici (in veste di comparsa o controfigura)?

Sacchetti:
“Sono stato poco sui set… ho cominciato con “L’Urlo” di Tinto Brass, era il 1968 e facevo un anarchico col mitra che assaltava un posto di Polizia; poi “Squadra volante”, dove facevo l’aiuto di Massi e anche la controfigura di Milian… (scena dell’elicottero) appaio in diversi dvd a commentare i miei fillm, soprattutto per l’America; faccio un divertentissimo audiocommento al film di Michele Massimo Tarantini “Napoli si ribella”; sono su un video di Sky in omaggio a Mario Bava e poi le cose che già sapete, ma sono un timido, mi è difficile esibirmi davanti alla macchina da presa…

Per il momento è tutto

Grazie per avermi ospitato…”

Quando vedrete un film tratto da un soggetto di Dardano, una sua sceneggiatura, non potrete dimenticare la sua “esperienza” nella villa di campagna con la cantina al buio…
Quando Bob, in quella villa accanto al cimitero, si addentra giù, “nella scala buia”, verso la cantina… ci vedrete, certamente, Dardano Sacchetti…

Grazie di cuore ed un abbraccio forte forte a Dardano Sacchetti…

 

Intervista a cura di Fabio Pazzaglia

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Barbara Torretti
Barbara Torretti
Editor e moderatrice della community di DarkVeins. Appassionata di cinema horror, mi occupo anche di recensioni e di interviste attinenti il circuito cinematografico, musicale e artistico.

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