Intervista al regista di The Hallow, Corin Hardy, che attualmente sta lavorando al remake de Il Corvo. Hardy ci presenta il suo nuovo film The Hallow, un body horror in cui ha introdotto una nuova tipologia di mostro e dove sono presenti incredibili practical effects. Ci parla inoltre delle sue influenze cinematografiche (film degli anni ’70 e ’80) e dei suoi progetti futuri.
Link all’intervista originale: Interview with director Corin Hardy
L.S.: Ciao Corin! Grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo. Qual è il tuo background come regista?
C.H.: Da bambino amavo l’arte e l’illustrazione e mi sono innamorato dell’horror e degli effetti speciali dopo aver visto “Evil Dead 2”. Da allora decisi di fare film sui mostri. Mi hanno ispirato film come “La Cosa”, “Alien”, “La Mosca”, “Lo Squalo” e tanti altri. Ho studiato arte, scultura e scenografia al college di Londra e con la Academy Films ho iniziato a girare video musicali per i The Prodigy, Biffy Clyro, The Horrors, Ed Sheeran e Keane. Nei miei video ho sempre cercato di raccontare storie e di sbizzarrirmi anche con mix di tecniche FX.
L.S.: Sei il regista e lo sceneggiatore di “The Hallow”. Cosa ci puoi dire a riguardo?
C.H.: Avevo sviluppato una serie di progetti di film horror e stavo cercando in tutti i modi di introdurre un ‘nuovo mostro’. Sentivo che la mitologia delle fate era un buon punto di partenza, così ho deciso di raccontare una favola radicata nella realtà, nella scienza e nella natura, introducendo l’idea di natura vendicativa.
L.S.: “The Hallow” è un body horror la cui storia si concentra su creature demoniache che vivono in una foresta irlandese. Come nasce questa idea? A cosa ti sei ispirato per la storia?
C.H.: Ho studiato molti vecchi libri di mitologia delle fate e ho tentato di trovare un modo in cui introdurre quel mondo nel nostro, cercando di non renderlo gotico o fantastico ma reale e viscerale. Adoro tantissimo i survival movie degli anni ’70 e ’80 come “Straw Dogs” o “Deliverance” e ho voluto mischiare quel tipo di survival/home invasion con la fantasia, come nel film “Il labirinto del fauno”. Man mano che la storia procede e la coppia lotta per sopravvivere, secondo le regole della mitologia che abbiamo scelto, ci sono state interessanti occasioni per far sfociare il film in alcuni sottogeneri, come nel body horror, appunto.
L.S.: Le meravigliose creature e gli effetti pratici che possiamo vedere nel trailer ufficiale del film mi ricordano “Demoni” di Lamberto Bava, “La Cosa” di John Carpenter, “La Casa di Sam Raimi”… Cosa puoi dirci sulle tue influenze cinematografiche?
C.H.: I titoli che hai citato sono solo un parte delle mie influenze cinematografiche. Aggiungo anche i film di Ray Harryhausen, la cruda realtà di “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper, la bellissima fotografia e le potenti performance in “Deliverance” di John Boorman, l’alto livello di qualità e amore dato nel presentare una creatura così straordinaria come l’alieno di Ridley Scott in “Alien”… La pazzia del cinema di Raimi, le qualità epiche, la completezza della narrazione e le sequenze mozzafiato dei film di Spielberg. “Nightmare On Elm Street”, “Rosemary’s Baby”, “L’Esorcista”… Tutti i grandi horror degli anni ’70 e ’80 e tutti gli artisti che si sono occupati degli effetti speciali di questi film, come Dick Smith, Stan Winston, Rob Bottin… Ho cercato di trovare qualcuno nel Regno Unito in grado di realizzare creature di questo tipo.
L.S.: Cosa ci puoi dire del grande uso di effetti pratici in “The Hallow”?
C.H.: Era importante provare e cercare di ottenere un buon risultato a cui sono giunto mescolando gli effetti pratici con VFX e un uso limitato di CGI al fine di valorizzare il lavoro. Ci sono protesi, pupazzi meccanici, marionette, animazione e composizione con VFX e qualche CGI. Mescolando diverse tecniche ho voluto creare un’illusione che non è possibile definire con precisione. L’obiettivo è sicuramente quello di coinvolgervi emotivamente e spero di riuscire a spaventarvi!
L.S.: A cosa stai lavorando attualmente?
C.H.: Il Corvo, un progetto a cui sono estremamente appassionato. È una profonda, emozionante, romantica, storia violenta e dark, che si rifà all’incredibile romanzo grafico di James O’Barr.