Il Pozzo e il Pendolo | Recensione film

il-pozzo-e-il-pendolo-blu-rayXVI secolo. Ricco, figlio di un noto inquisitore spagnolo e ipocondriaco, Nicholas Medina (Vincent Price) vive nel dolore e nello sconforto, isolato nel suo enorme maniero, la malattia che lentamente divora la giovane e bella moglie Elizabeth (Barbara Steele). Questa è sempre più spesso colpita da crisi epilettiche, che la inducono in uno stato di morte apparente: pelle bianca e cadaverica, pulsazioni cardiache ridotte al minimo e quasi impercettibili, il volto trasfigurato in una maschera consunta. Dopo averne sepolto il corpo, a seguito di un attacco irreversibile, e averlo rinchiuso in una bara, dentro la cripta posta nei piani interrati del castello, Nicholas vive nel dubbio di aver provveduto, in maniera fallace e repentina, a rinchiudere ancora viva la moglie all’interno della cassa… Ormai preda di spettrali visioni (forse solo frutto della sua mente malata) e terrorizzato da suoni e rumori di origine (apparentemente) irrazionale, Nicholas, lentamente e inesorabilmente, si avvicina sempre di più ad uno stato di follia delirante. Quando al castello sopraggiunge Francis (John Kerr), fratello di Elizabeth, per indagare sulla misteriosa morte della sorella, ormai lo stato mentale di Nicholas è totalmente fuori controllo: egli è infatti convinto di essere la reincarnazione dell’inquisitore. Questa convinzione è derivata dal rinvenimento di una “camera della tortura” e da attrezzi di cui il progenitore si avvaleva per tormentare le sue vittime. Mentre la personalità, anche fisica, di Nicholas è ormai distorta in quella dell’antenato inquisitore, il povero Francis dovrà vedersela con un tremendo marchingegno: “il pozzo ed il pendolo”, appunto…

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Seconda pellicola, girata da Roger Corman, delle otto (complessive) ispirate ai celebri racconti di Poe e realizzate negli anni ’60. Il regista fortifica, con questo film, il suo metodo (in seguito adoperato da altri cineasti e ribattezzato, appunto, “metodo Corman”) avvalendosi di ottimi collaboratori che compongono il cast tecnico e artistico.

Grande prova di sceneggiatura (opera di un autore, Matheson, spesso saccheggiato a sua volta per i suoi racconti: il caso più celebre è rappresentato da Duel, diretto da Spielberg), ottime interpretazioni (su tutti l’istrionico Price) e grande perizia tecnica (fotografia e inquadrature, spesso sbilenche e distorte, a sottolineare lo stato psicologico del personaggio) fanno di questo film il migliore del ciclo. Ma anche esulando dalla serie ispirata a Poe, nel suo complesso, grazie anche all’ambientazione, alla scenografia e alla fedele -e verosimile- ricostruzione dei costumi, Il Pozzo e il Pendolo (aka The Pit and The Pendulum) rimane particolarmente impresso nella memoria dello spettatore, accrescendo nel tempo in termini di carisma e fascino. Sicuramente uno dei migliori horror del decennio (1960), per non dire di sempre, nella storia del cinema horror.

Lunga e fedele la citazione al racconto di Poe (la sequenza finale della tortura con l’enorme pendolo), valorizzata da una delle più belle e indimenticabili interpretazioni di Price, per un classico omaggiato (dichiaratamente) da Tim Burton in Edward Mani di Forbice e ne Il Mistero di Sleepy Hollow. Ma ricordato, sempre con piacere, anche da Francis Ford Coppola e Joe Dante, che sviluppano la loro attività in regia proprio in derivazione del “metodo Corman”, poiché all’epoca sconosciuti collaboratori (pertinente a questo ciclo) di Corman.
Nelle intenzioni iniziali del regista, la seconda pellicola della serie avrebbe dovuto essere La Maschera della Morte Rossa, che venne invece girato in seguito (1964) a causa di alcune evidenti analogie con la pellicola di Bergman, dal titolo The Seventh Seal (1957).

Alcune considerazioni, di carattere statistico, indicano che, degli otto film del ciclo, quelli interpretati da Price sono: I vivi e i Morti, La Maschera della Morte Rossa, I Racconti del Terrore, I Maghi del Terrore, La Tomba di Ligeia, La Città dei Mostri. La vergine di cera invece è interpretato da Jack Nicholoson mentre Sepolto Vivo da Ray Milland. Cinque sono sceneggiati da Matheson ed uno, La Città dei Mostri, è ispirato a Lovecraft.

Di tutti i titoli, I vivi e i Morti (ispirato al racconto di Poe, La rovina della casa degli Usher) è quello più accostabile, per stile visivo e contenuto narrativo, a Il Pozzo e il Pendolo, raggiungendo i medesimi livelli qualitativi e configurandosi come il secondo miglior film del gruppo.

Vincent Price/Nicholas Medina, con un enorme saio nero, la postura del corpo distorta mentre si appresta ad azionare il meccanismo del pendolo e l’indimenticabile proferire, con occhi lucidi e palesemente indicativi della follia che alberga nella sua anima, dell’inquietante frase: “Sai dove sei, Bartolomeo? Vicino all’entrata per l’Inferno…”, sono uno dei più grandi momenti di cinema horror classico e uno dei più emblematici esempi del significato, da attribuire, alla frase “attore da Oscar”.

Nel cast: Vincent Price, Barbara Steele, John Kerr, Luana Anders, Antony Carbone, Lynette Bernay, Patrick Westwood, Larry Turner e Mary Menzies.

Recensione a cura di Undying1
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Distribuito da CG Entertainment, Il pozzo e il pendolo (USA – 1961) è già disponibile per l’Home Video in DVD e in Blu-ray grazie a Pulp Video.
Molto curata nel packaging, questa notevole edizione Blu-ray proposta dalla label italiana, è assolutamente da non perdere. Perfetto nei comparti audio e video, il Blu-ray presenta anche il commento audio di Roger Corman negli extra.
Edizione Blu-ray
Video: HD 1080 24p 16/9 2.35:1
Durata: 80′
Audio: Inglese Dolby Digital 2.0 | Italiano Dolby Digital 2.0
N. Dischi: 1
Sottotitoli: Italiano
Extra: Include commento audio di Roger Corman
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