Volumes of Blood: Horror Stories è un film horror antologico, sequel del film a episodi Volumes of Blood (2015). Questo secondo capitolo ingloba ben otto segmenti dell’orrore per una durata complessiva di due ore.
Frutto della collaborazione fra più registi, Volumes of Blood: Horror Stories è una riuscita antologia horror. Merito, questo, della sceneggiatura ben delineata ma anche della regia, dell’impegno del cast recitativo, del comparto musicale sempre all’altezza ma soprattutto dei godibili effetti speciali di Cassandra Baker.
Volumes of Blood: Horror Stories è un film che trasuda amore per il genere e, come tale, è stato studiato per fornire al pubblico più esigente ciò di cui ha bisogno: orrore, disgusto, violenza, sangue e un pizzico di ironia.
Sicuramente debitrice ai film cult a episodi, questa nuova antologia si fa custode di preziose storie dell’orrore arricchite da costanti colpi di scena esaltati poi dalla presenza di più serial killer oppure da omicidi/incidenti inaspettati (e realizzati in modo perfetto), causati, per la maggior parte, da uno psicopatico mascherato chiamato “The Face”.
Volumes of Blood: Horror Stories si apre con un episodio introduttivo dal titolo “Murder Death Killer“. Il segmento è diretto da Nathan Thomas Milliner mentre la sceneggiatura è a cura dello stesso regista insieme a P.J. Starks. Protagonisti della storia sono Vallie (Barbie Clark) e Dick (Warren Ray), una coppia che si incontra con Mr. Dawson (Thomas Dunbar) per saccheggiare un vecchio magazzino di idraulica. I due in realtà hanno altri progetti in mente ma il loro piano salterà a causa della presenza di una pericolosa creatura (Aric Stanish) all’interno del negozio…
“Murder Death Killer” gode di una location azzeccata e di sorprendenti effetti speciali (da segnalare lo sfregio al volto di Dick, le dita amputate, lo sgozzamento e lo spappolamento della calotta cranica).
Si passa dunque al simpaticissimo episodio cornice ovvero “Haters” scritto da Nathan Thomas Milliner e da P.J.Starks e diretto da quest’ultimo. Qui è chiaro che “Murder Death Killer” altro non è che un film proiettato al cinema. A visionarlo sono infatti i protagonisti di “Haters” ovvero Kevin (Kevin Roach) e Nate (Milliner), due appassionati di horror che in sala si prendono gioco dell’usciere Malco (Gerrimy Keiffer). Rientrati a casa, i due amici riceveranno un ospite inatteso che interromperà la loro conversazione sul cinema (remake, reboot, vecchio e nuovo cinema…) e anche qualcos’altro.
Questo episodio è una sorta di omaggio ai fan dell’horror. Da notare anche i poster affissi nella stanza e precisamente quelli di alcuni film horror indipendenti: “Plank Face”, “The Dooms Chapel Horror” e lo stesso “Murder Death Killer”.
Da “Haters” si diramano gli altri segmenti che in realtà sono i film visionati dai protagonisti del suddetto episodio.
Si procede con un corto sulla notte di Halloween. A pensarci è il regista Sean Blevins (A Brush with Death) con “Trick or Treat”, scritto tra l’altro da lui stesso in collaborazione con P.J. Starks.
Trama: è la notte di Halloween. Chad (Chad Benefield) lavora come guardia di sicurezza presso la biblioteca. Una chiamata di urgenza lo costringe ad andare via e a lasciare la sua ragazza, Mallory (Shelby Taylor Mullins) da sola. Sfortunatamente la giovane riceverà la visita di uno sconosciuto e non solo…
"Trick or Treat” è un cortometraggio perfetto per la notte delle streghe. Come i precedenti, è un segmento che si fa ricordare e che colpisce anche per l’efferato omicidio compiuto e che ricorda moltissimo quello di American History X (la sequenza del marciapiede).
I protagonisti di “Haters” passano alla visione di “A Killer House“. Questo segmento è diretto da James Treakle (la sceneggiatura è di P.J. Starks). Ricordiamo infatti che in Volumes of Blood: Horror Stories, le stanze di una casa in affitto fungono da location per terrificanti flashback. Protagonista di questa storia è una coppia di giovani sposi, Ash (Jacob Ewers) e Laurie (Erin Troutman), intenzionata ad acquistare la casa proposta da Mr. Stine (Christopher Bower) proprio il giorno di Capodanno.
L’idea di sviluppare una storia in ogni stanza visitata è geniale. Da qui infatti si diramano altri quattro segmenti ovvero “Feeding Time” (la camera di una ragazza), “Blood Bath” (bagno), “Fear, For Sinners Here” (salone) e “The Deathday Party” (cantina).
"Feeding Time” è diretto da John William Holt (The Dooms Chapel Horror) per una sceneggiatura a firma di P.J. Starks e Jason Turner
Trama: è il giorno del Ringraziamento. Per evitare il licenziamento, l’agente assicurativo Boone (Caleb Shore) deve riuscire a far firmare almeno un contratto. Il giovane, disperato, finisce a casa di Mallory (Mullins). La ragazza però è in lacrime e sostiene di avere un mostro nell’armadio. Boone non le crede, tuttavia decide di dare uno sguardo alla stanza della giovane per tranquillizzarla.
Episodio d’effetto con una misteriosa ed efferata creatura in azione. Lodevoli le sequenze dell’aggressione che mostra una gustosa frattura delle ossa.
In "Blood Bath” viene celebrata una sanguinolenta Festa del Papà. L’episodio, forse il più debole dell’antologia, è scritto da P.J.Starks mentre la regia è di Jon Maynard (Nearly Dead). Tuttavia anche questo è pregno di godibili sequenze splatter.
All Andrew (Kevin Arnold) e la moglie Sara (Bridget Michelle Hoover) vogliono concepire un figlio sotto la doccia. Quando la ragazza gli ricorda di prendere le medicine, improvvisamente All inizia ad avere brutali visioni. Convinto che la moglie sia morta, invita l’amico Steven (Moses Moseley) a guardare nella vasca da bagno…
In "Fear, For Sinners Here” si celebra il Natale. Scritto e diretto da Nathan Thomas Milliner (Encyclopedia Satanica), questo segmento è il cuore dell’antologia. “Fear, For Sinners Here” infatti gode di una sceneggiatura intrigante, di una buona regiaa e di un finale sorprendente. Anche la recitazione rimane impressa così come la musica a cura di Rocky Gray.
Trama: Carol (Jessica Schroeder) sta impacchettando i regali per il figlio Joey. La ragazza sembra molto ansiosa e persino i canti di Natale intonati dai bambini fuori dalla sua porta, le arrecano fastidio. Il suo Natale diventerà ancora più tragico quando le farà visita una ragazza incappucciata (Julie Streble) armata di bastoncini di zucchero.
Segnaliamo questo particolare segmento anche per l’insospettabile finale.
“The Deathday Party” è scritto da P.J.Starks e diretto da Justin M. Seaman (The Barn). Come “Fear, For Sinners Here” e “Murder Death Killer“, anche questo episodio lascia il segno. Colpisce per la caratterizzazione di personaggi protagonisti, per la loro prova recitativa (Jay Woolston e Cindy Maples) e per l’atmosfera claustrofobica ricreata.
Trama: è il compleanno di John (Jay Woolston) e la moglie Almeda (Cindy Maples) è ansiosa di mostrargli il suo regalo. La visita dei loro noiosi vicini, Fred (Huskisson) e Nancy (Anne Walsh) però, cambierà i loro piani. Tuttavia la coppia decide di coinvolgere anche gli intrusi nella loro festa privata.
Il film si conclude con una carrellata di omicidi compiuti per mano di “The Face” in nome dello splatter e del gore più genuino.
Volumes of Blood: Horror Stories è prodotto da P.J. Starks ed Eric Huskisson (The Confession of Fred Krueger) e Christopher Bower (The Dooms Chapel Horror).
Special fx supervisor: Cassandra Baker; special fx team: Alexis Dahl e Josh Morris.
Rocky Gray, Mikel Shane Prather e Josh Coffey si sono occupati della colonna sonora.