Deep Sleep (Deep Sleep) è un film argentino diretto da Luciano Onetti, qui al suo esordio in cabina di regia. Luciano Onetti ha tra l’altro scritto il soggetto del film, ha curato la sceneggiatura insieme a Daiana Garcia ed è anche il direttore della fotografia, mentre il fratello Nicolas Onetti si è occupato della produzione (Guante Negro Films).
Deep Sleep è un chiaro omaggio al genere giallo italiano, in particolare, al cinema di Dario Argento. I rimandi alla filmografia argentiana sono visibili dall’inizio e per tutta la durata del film: elementi importanti e ben riproposti che lo rendono un tributo quasi maniacale al giallo argentiano di cui si nota una spiccata predilezione per “Profondo Rosso”.
Come nei vecchi film anni ’70 anche Deep Sleep è fitto di riprese in soggettiva. Sono le mani del serial killer le vere protagoniste di questa pellicola. Coperte da guanti di pelle, toccano gli oggetti quasi in modo ossessivo e, impugnando coltelli o lamette, si avvicinano lentamente alle vittime mentre gli occhi dell’assassino diventano quelli dello spettatore. E’ un film quasi muto di cui le azioni dell’omicida sono il punto focale della storia.
Apprezzabili le sequenze degli omicidi come quello della prostituta Monica Mele, sebbene una maggiore efferatezza nel compierli avrebbe sicuramente migliorato la resa finale dell’azione. Da segnalare anche come il colore e la consistenza del sangue scaturito dalle ferite inferte sui corpi sia simile a quello presente nei celebri film del regista romano.
Un lavoro meticoloso dunque quello effettuato da Luciano Onetti, che non solo ha ricalcato i film cult del passato riproponendo lo stesso modus operandi dell’assassino, le riprese in soggettiva e determinati elementi argentiani (bambole, disegni, armi da taglio) tipici dei suoi film ma ha ammantato il suo film d’esordio anche di una fotografia retrò che contribuisce a dare a Deep Sleep un perfetto alone vintage.
Guardando il film infatti si ha come l’impressione di visionare una pellicola in pieno stile anni ’70, merito anche dell’eccellente colonna sonora (a cura dello stesso Luciano Onetti) che impreziosisce la pellicola e che ne diventa la colonna vertebrale. Una musica potente, trascinante e avvolgente infatti è la componente che dà spessore a questo film argentino.
La gratificante sensazione di avere davanti agli occhi un film che ripercorre degnamente i fasti del cinema di Dario Argento, lascia però un breve spazio a un lieve senso di noia quando ad un certo punto della storia si ha come l’impressione di osservare solo i gesti compiuti dalle mani guantate del killer, causa probabilmente di un abusato uso delle riprese in soggettiva, di una situazione concentrata quasi esclusivamente sui gesti del protagonista e dei dialoghi assenti.
A smorzare una situazione di stallo è sicuramente l’inserimento di un altro personaggio, appena abbozzato nella trama, di cui si vedono solo le mani coperte da guanti in lattice. La storia infatti è incentrata su un serial killer, un uomo ossessionato dai ricordi della sua infanzia, che riceve una busta anonima contenente le foto dell’omicidio da lui stesso commesso. Il misterioso personaggio dai guanti bianchi, riconducibile al mittente della misteriosa busta, stimola dunque la fantasia dello spettatore la cui curiosità sarà appagata nell’ultima sequenza.
Il finale, inaspettato e straordinario, dà un significato a tutte quelle immagini visionarie e prive di senso, nonché alle azioni “imperfette” e strane compiute dal killer e che sono state collocate nei vari angoli della storia. Particolare interesse ha suscitato infatti la cura con cui vengono trattati dei fiori artificiali, cura che solitamente si rivolge alle piante vere. Non sono da meno le sequenze del prelievo del “sangue” fatto ad una bambola, liquido utilizzato per la preparazione di un cocktail a base di morfina e di pastiglie, così come l’incapacità di aprire il lucchetto dell’armadietto… tutte queste immagini distorte e azioni deformate sono in realtà riconducibili ad un finale chiarificatore ben studiato nei minimi dettagli.
Deep Sleep è un buon omaggio al genere giallo italiano, un film che segna con dignità l’esordio di Luciano Onetti nel mondo del cinema. Da questa pellicola traspare la sua passione per le celebri pellicole del regista romano a cui ha saputo aggiungere una svolta personale alla storia. Non passa inosservato nemmeno il tocco vintage del film rappresentato non solo dalla fotografia e dal tipo di riprese ma anche dall’abbigliamento e dalla meticolosa ricerca di oggetti e arredamenti di un tempo. Per non parlare poi della magnifica colonna sonora che avvolge completamente quest’opera diventando quasi protagonista proprio come le musiche dei Goblin hanno fatto nei film di Dario Argento.
Deep Sleep è stato girato in italiano e la sua durata è di circa 65 minuti. Nel cast compare anche il regista, Luciano Onetti, nel ruolo dell’assassino. Daiana García e Silvia Duhalde interpretano rispettivamente Francesca e Monica.
Il film di Onetti è stato presentato nei principali Festival di cinema di genere, tra cui anche il Sitges. Nel 2013 ha ricevuto premi tra cui quello come Miglior Film all’Hemoglozine, Miglior Film Straniero all’Horrorquest e Miglior Musica al Tabloid Witch Awards.