Tre episodi, sulla falsariga del più celebre Creepshow di George Romero (1982).
Nel primo episodio una statua di legno raffigurante un capo pellerossa si rianima per vendicarsi di un ragazzo e dei suoi crimini. Questo è l’episodio meno riuscito del film, ispirato ad un racconto mai concluso di Stephen King. Il tema principale è quello della vendetta, tema presente anche nel terzo episodio del film.
In La Zattera, tratto dall’omonimo racconto di King, un gruppo di studenti decide di passare una giornata in una spiaggia. Mentre sono su una zattera, una strana macchia nera e carnivora mostrerà tutto il suo appetito. E’ l’episodio più inquietante e divertente.
Nell’ultima storia, L’Autostoppista, una donna investe ed uccide un uomo per sbaglio: senza prestare soccorso per la paura. E l’uomo saprà ritornare per aumentare i sensi di colpa della ragazza. Piccola parte per King, nel ruolo di un camionista.
I discreti incassi del primo film hanno dato lo spunto a Romero per produrre un altro film ad episodi sul modello dei fumetti americani (anni ’50) della E.C. Comics.
La regia, però, è stata affidata a Gornick (frequentatore dei set di Romero come aiuto regista e direttore della fotografia) che, per la prima volta, dopo aver lavorato unicamente alla realizzazione di film per la televisione, si dedica al grande schermo.
Indubbiamente Romero ha puntato su un prodotto meramente commerciale, con un budget piuttosto limitato. Stephen King si occupa solo dei soggetti e non delle sceneggiature, come invece aveva fatto per il primo film. Il popolare scrittore dopo aver proposto cinque storie, lascia a Romero carta bianca per le sceneggiature…
Tra l’altro, King ottiene che il film venga girato nel Maine.
Tom Savini, mago degli effetti speciali, interpreta Zio Creepy: non è più uno scheletro, ma un vecchio dalla faccia un po’ deforme.
Per la storia “cornice”, quella che fa da sfondo ai tre episodi che compongono il film, viene anche utilizzata l’animazione. Zio Creepy diventa quindi anche un cartone animato, assieme al ragazzino che compare nel prologo ed ai suoi amici.
All’inizio, dei cinque episodi previsti, due furono eliminati per non far lievitare molto il budget e così Il Gatto che Venne dall’Inferno e Pinfall (storiella gore di una squadra di boowling morta in un incidente doloso provocato dagli avversari ,che volevano vincere a tavolino) non furono mai girati. Quest’ultimo episodio era probabilmente il più interessante: la squadra di boowling ritornava dall’Aldilà per giocare la partita. Sangue a volontà e teste mozzate erano i condimenti dell’episodio.
Nel complesso Creepshow 2 è un film esteticamente inferiore al precedente, più commerciale, ma comunque godibile.
Recensione a cura di Zick