Adrenaline è il titolo del film thriller-action corale ideato da Daniele Misischia (“Hobo” in Connections, “Il ritorno di Elena” in 17 a Mezzanotte, Anna: cronache di un’attrice emergente), in cui oltre al suddetto regista sono coinvolti ben altri nove nomi del panorama indipendente italiano, ciascuno dei quali ha diretto un episodio: Paolo Del Fiol, Cristiano Ciccotti, Giacomo Gabrielli, Riccardo Camilli, Ivan King, Luca Baggiarini, Steven Renso, Michela Fornaci e Lorenzo Ciani. Dieci registi dunque per dieci episodi che abbracciano sparatorie, droga, prostituzione ma anche invasioni aliene e killer psicopatici.
Per la scheda completa del film, comprese le sinossi di ciascun episodio, rimandiamo al seguente link: Adrenaline: scheda completa e trailer ufficiale
Il trailer ufficiale di Adrenaline, fuorviante, raccoglie sequenze ben riuscite per un progetto che si prospetta essere, come da titolo, adrenalinico. La tensione suggerita dal titolo, dal video e persino anche dall’allettante locandina qui in alto, purtroppo non è costante per una serie di motivi. Come in ogni film antologico, anche in Adrenaline i segmenti evidenziano stili registici diversi e un approccio differente nell’affrontare il tema principale del progetto. Riusciti o meno che siano, gli episodi costituiscono quella che è l’anima del film corale, per un risultato che, seppur con i suoi pregi e i suoi difetti, nell’insieme rappresenta un coraggioso omaggio al cinema d’azione.
Adrenaline va etichettato come un thriller/action movie. Questa antologia però abbraccia più generi che vanno dalla fantascienza alla commedia, dal guerra all’horror. Il risultato è un prodotto disomogeneo, deludente per chi si aspetta una sfilza di cortometraggi adrenalinici tipici dell’action movie. L’episodio cornice dal titolo “Adrenalina” è di Daniele Misischia e apre ai dieci episodi ripresentandosi tra un corto e l’altro offrendo piccole dosi di adrenalina che sono oltretutto alla base della storia. Un ragazzo inietta alla sorella tossicodipendente una dose di adrenalina…
Si prosegue con il primo capitolo “Encore”, scritto e diretto da Ivan King. Parkour e omicidi costituiscono il mix ideale per un interessante episodio sulla vendetta che sarebbe stato di gran lunga migliore con un finale più convincente. Buona la prova recitativa di Davide Gambarini, attore espressivo e completamente a suo agio nella parte. La musica martellante è di Zombie Sam.
Si passa al secondo episodio, “AOH!“, un cortometraggio diretto da Michela Fornaci che ne ha curato anche la sceneggiatura. “AOH!” è uno dei migliori segmenti sia per regia, inquadrature, storia e dialoghi che per il finale per niente scontato. Una nota di merito anche ai due attori protagonisti Luigi Marani e Matteo Quinzi per la loro buona interpretazione. Tamarri e parolacce a go-go in un segmento ben realizzato e di intrattenimento.
Il terzo capitolo è “Light Night” di Steven Renso per una sceneggiatura a firma dello stesso regista insieme a Naveen Ratnayake. Cortometraggio noioso, poco coinvolgente e per nulla incisivo. La storia non ha alcun punto di forza e la prova recitativa è pessima, eccezion fatta per l’attore Davide Gambarini. Il resto del cast sembra inadatto a ricoprire il ruolo che gli è stato assegnato. Il risultato è una prova recitativa che sfiora il ridicolo. A questo si aggiunge la fastidiosa fotografia patinata (Naveen Ratnayake) che più che altro sembra la visione di un astigmatico.
“Devil On The Road” è il titolo del quarto episodio, un segmento scritto e diretto da Daniele Misischia. E’ un cortometraggio semplice ma efficace grazie a una buona regia e all’interpretazione sopra le righe dei due protagonisti Claudio Camilli (“Hobo” in Connections) e Matteo Quinzi, già apprezzato nell’episodio “AOH!”. Notevole il crescendo di tensione e la fotografia sulfurea (a cura di Misischia) che ben traducono l’atmosfera infernale suggerita dal titolo del corto in questione. La musica di Isac Roitn funziona e funge da buon sottofondo alla storia. “Devil On The Road” è un cortometraggio on the road ben confezionato.
Riccardo Camilli scrive la sceneggiatura, dirige e interpreta il quinto capitolo di Adrenaline: “Arturo e Adelina alla conquista dell’amore”. Questo segmento si discosta dal genere del progetto di Misischia sfociando nella commedia nera, con elevati tocchi di comicità. Non mancano oltretutto immagini efferate. Ben diretto e interpretato, riesce nello scopo di divertire il pubblico rivelandosi un capitolo che rimane impresso. Buona anche la sceneggiatura, solida e dagli spunti molto interessanti. Oltre a Riccardo Camilli, bravi anche i due attori Susy Suarez e Tito Laurenti.
Il sesto capitolo, “Roughonium”, è scritto e diretto da Cristiano Ciccotti. La storia purtroppo banale e poco coinvolgente risulta essere abbastanza noiosa sebbene l’interpretazione del cast sia buona (Claudio Camilli, Ettore Belmondo, Rimi Beqiri). Corto altalenante in cui le sequenze puramente action danneggiano il risultato finale. Le scene delle sparatorie non convincono: non si vede mai uno scontro diretto e si ha l’impressione che il nemico non esista. Poco incisivo.
Il settimo capitolo,“Niktorama” di Luca Baggiarini, è un corto di genere sci-fi cha ha poco a che vedere con il film corale in questione. Oltretutto si presenta come un prodotto di bassa qualità su tutti i livelli: regia, sceneggiatura e soprattutto prova recitativa. Gli effetti speciali sono scadenti e rendono ancora più ridicolo questo episodio che risulta essere il meno riuscito di questa antologia insieme a “Light Night”. Indigesto.
Si passa a “Neo Sekigun – The New Red Army”, l’ottavo capitolo dell’antologia per la regia e la sceneggiatura a firma di Paolo Del Fiol. Anche questo corto, come alcuni degli altri sopracitati, si discosta dal percorso intrapreso dai primi segmenti e dall’episodio cornice. “Neo Sekigun” è infatti un film di guerra dal taglio drammatico. Questo segmento si rivela essere il più maturo del bouquet. Del Fiol mette da parte le parolacce per presentare un corto elaborato nel quale tra l’altro le lingue parlate sono quattro: giapponese, arabo, inglese e francese. Validi regia e montaggio. Non manca qualche ingenuità e il doppiaggio non è sempre all’altezza. La musica di Antony Coia è scolpita sulle immagini.
“Iris” scritto e diretto da Giacomo Gabrielli è il penultimo cortometraggio di questa sfaccettata antologia che lascia spazio anche a un episodio horror-splatter. Particolarità del corto è l’uso della soggettiva sia da parte del carnefice che della vittima, tecnica che lo rende particolarmente riuscito e che, in assenza della quale, non sarebbe stato diverso dai tantissimi “torture-porn” tanto in voga ultimamente. La musica è assente, il tutto si concentra sui respiri del carnefice, sui lamenti della vittima e sul rumore della carne squarciata. Riuscito, rimane impresso.
Conclude il cerchio adrenalinico “Evil Angels”, l’episodio diretto da Lorenzo Ciani. La sceneggiatura, a firma dello stesso regista, è quasi inesistente e ne consegue che la storia risulta confusa e per certi versi incomprensibile. “Evil Angels” è più che altro una sorta di videoclip che utilizza immagini, foto e post-it invece delle parole e delle azioni dei protagonisti. Buone regia e fotografia, azzoppate però dalla storia e dalla scelta di facilitare il lavoro attraverso l’esclusione di sound design e dialoghi. Idea strategica che però offre risultati non efficaci. Episodio soporifero.