
All’interno di un Istituto Scientifico coordinato dall’ing. Terzi, vengono portati avanti studi finalizzati all’analisi della triade cromosica XXY… Recenti analisi indicano che chi presenta una simile struttura è, per natura, portato ad atteggiamenti aggressivi sconfinanti nell’omicidio.
Il dott. Calabresi (Carlo Alighiero), in accordo con l’amante Bianca Merusi (Rada Rassimov), e fautore di un ricatto poichè a conoscenza di un “segreto” legato all’Istituto Terzi, viene spinto sotto un treno. L’intenzione di far passare l’omicidio per incidente viene però meno, a causa della presenza di un fotografo, sul luogo in attesa dell’arrivo di una modella. Coinvolti nel caso dell’incidente saranno prima il giornalista Giordani (James Franciscus) interessato al caso, quindi un anziano enigmista cieco (Karl Malden) che già in precedenza era stato testimone, assieme alla piccola nipote, di un’ambiguo dialogo tra la vittima ed un’altra persona.
L’avvio dell’indagine, che punta ora sull’omicidio, scatena un misterioso killer che, intendendo bloccarne il proseguo, semina una lunga scia di morti, iniziando dal fotografo Righetto (Vittorio Congia)…
Tutti gli indizi inducono il giornalista, supportato dalle intuizioni dell’enigmista, all’interno dell’Istituto Terzi: è nascosto qua dentro, infatti, il movente dell’assassino il quale, scoperto dal dott. Calabresi di essere “marchiato” dalla triade xxy, rischia di vedersi espulso dall’Istituto…
Al secondo giallo, con titolazione zoonomica, Argento fa un piccolo passo indietro sia in termini narrativi (dovuti, forse, ad un tipo di storia troppo razionale), sia in termini tecnici. Alcune buone sequenze non mancano (basterà citare quella ambientata nel cimitero), ma il tutto scorre con un ritmo decisamente “lento” rispetto a quello che (in seguito) il regista impone alle sue pellicole.
Comunque, il successo di pubblico, decreta (erronemanete) Argento come ideale successore di Hitchcock e avvicina il regista al mondo televisivo in veste di presentatore-e direttore del film Il tram- della serie La porta sul buio.
Ottime le interpretazioni degli attori, tra i quali spicca una giovanissima Cinzia De Carolis (nei panni di Lory) ed uno strabiliante Karl Malden (l’enigmista cieco, Franco Arnò)…
Argento pare essersi ispirato ad un fatto di cronaca reale, in relazione alle teorie (all’epoca all’avanguardia) sui comportamenti legati al gene ereditario.
Impressionante la “verosomiglianza” del delitto del dott. Calabresi (interpretato da Carlo Alighiero), stritolato dal treno sotto gli occhi di impietriti testimoni.
Da menzionare, inoltre, la scrupolosa sequenza sulla quale i titoli di coda chiudono il film: l’assassino che tenta, afferrando le guide metalliche, di non precipitare dall’ultimo piano dell’edificio (citato dallo stesso autore nella sequenza della “decapitazione” di Brad Dourif in Trauma)…
Unica collaborazione ad un soggetto di Dario Argento per Dardano Sacchetti, che per motivi inspiegabili (ma forse il tutto è da attribuire al legame instaurato tra Fulci e lo sceneggiatore), da allora non verrà più chiamato a collaborare con il regista (eccezion fatta per le produzioni Dèmoni, Dèmoni 2 e il terzo capitolo poi diventato La Chiesa).
Una nota curiosa sull’attribuzione (anche da parte di IMDB) del soggetto a tale Luigi Collo che, di fatto è alquanto incerta: dovrebbe trattarsi di Luigi Cozzi, all’epoca abituale collaboratore di Argento.
Recensione di undying1