
In una metropoli americana del XXI secolo, il giovane pittore John Jaspers (Mark Frost) viene aggredito da una banda di criminali che ne uccidono la fidanzata.
Mentre John, disperato, sta per suicidarsi, un oscuro e sinistro uomo, chiamato M (Andrew Divoff, interprete del Djinn protagonista dei primi due episodi della saga di Whishmaster), capo di una setta nota come “La Mano”, gli propone di dargli la sua anima (“M” infatti sta per Mefistofele) in cambio della possibilità di vendicarsi degli assassini della sua fidanzata.
Ma Jespers ben presto scoprirà di iniziare ad apprezzare un pò troppo il commettere omicidi e, come “effetto collaterale”, ogni qualvolta che entra in azione si trasforma in un demone rosso.
E, come se non bastasse, scoprirà che “M” sta preparando, anche grazie al suo inconsapevole aiuto, il risveglio di un enorme demone dalle fattezze serpentesche, l’Homunculus.
Deciderà di mandare a monte i suoi piani.
Bryan Yuzna (Society, The Horror, Re-Animator, Necronomicon) delude in questo suo film ispirato al fumetto di David Quinn a sua volta ispirato al celebre Faust di Goethe.
Forse è, addirittura, la peggior pellicola del regista di origini filippine, in quanto se già il fumetto non era un capolavoro, Yuzna non aggiunge nulla alla sua trasposizione cinematografica.
Si salvano le scene splatter, abbastanza efficaci, e questo rende la pellicola comunque meritevole di essere visionata.
Certo, i titoli “imperdibili” di Yuzna sono ben altri, ma questo Faust è, seppur con tutti i suoi difetti, un film onesto che si lascia guardare.
Recensione di La Creatura