
Il suicidio del reverendo Thomas, nei pressi del cimitero di Dunwich, viene percepito dalla medium Emily; subito dopo, la giovane muore per arresto cardiaco…
Al caso si interessa un giornalista che, dopo essersi recato sul luogo di sepoltura della medium, riesce miracolosamente a trarla in salvo: Emily non era morta, ma solo vittima di catalessi.
I due, seguendo le visioni suggerite dallo stato di trance della medium, si mettono alla ricerca della cittadina (Dunwich) dove il prete si è ucciso… Mentre la gente del posto sospetta che recenti sparizioni siano da attribuire a Bob (un giovane psicologicamente instabile), Emily ed il giornalista fanno la conoscenza di Gerry e Sandra, dai quali ottengono aiuto nella loro indagine. Indagine che li conduce nella cripta dove è sepolto padre Thomas…
Il suo suicidio, avvenuto secondo rituali sabbatici, ha spalancato le porte dell’Inferno e nella notte di Ognissanti i morti hanno ricominciato a camminare sulla terra…
Altra pellicola della “quadrilogia” fulciana sugli zombi, realizzata, assieme a Zombi 2, L’Aldilà e Quella villa accanto al cimitero nel peridodo d’oro del regista.
Breve comparsa di Fulci nel ruolo di medico patologo sul luogo del delitto della fidanzata di Bob (interpretata da Antonella Interlenghi).
Caratteristica principale del film è l’atmosfera lovecraftiana (evocata dal “libro di Eibon”), dove predomina su tutto il fascino morboso dell’Ignoto e del Male, rappresentato qui con una violenza grafica pressochè unica nel panorama cinematografico italiano (la scena della trapanazione del viso del povero Bob, ancora oggi visivamente disturbante).
Una giostra dell’orrore dove non è concesso alcun respiro, dove la risata, anche platonica, è relegata altrove, fuori dal film, lontano da quello schermo che, immerso nell’oscurità di una storia da brivido, regala oltre 85 minuti di pura angoscia.
Recensione a cura di Undying1