Chi sei? | Recensione film

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chi-seiIl perverso Dimitri, di rientro da una cerimonia “satanica”, incorre in un incidente automobilistico e precipita nel profondo di un dirupo…
Nel preciso momento dell’incidente, Dimitri è testimone di un intervento “diabolico”: Satana in persona, con i suoi enormi poteri, ha bloccato lo scorrere del tempo e propone, all’uomo in punto di morte, un beffardo patto.
Per dieci anni Dimitri vivrà in due dimensioni, quella carnale e materiale, con il corpo sospeso nel limbo, in bilico tra la vita e la morte; e quella del doppio “astrale”, libera di apparire e scomparire in ogni luogo ed in ogni momento, il cui compito consiste nel far possedere a Satana l’officiante del rito satanico di cui all’inizio della pellicola. Tutto questo per poter dare, al Diavolo in persona, un degno pargoletto su questa Terra….
Strepitoso rip-off dell’Esorcista, questo Chi sei?, opera di Ovidio G. Assonitis (Stridulum, Tentacoli)…
Un film pregno di atmosfera e di significati che spesso sfuggono ad una visione superficiale del film…
Emblematico, evocativo e particolarmente efficace il piano sequenza della scena in ascensore: in soggettiva si nota Dimitri che si avvicina al palazzo e, mentre si scende piano per piano, l’uomo appare sempre nello stesso punto, pur camminando. La facoltà di fermare il tempo e di incontrare proprio al piano terra l’ospite dell’ascensore è un momento di grande intuizione narrativa e stilistica, realizzata con grande competenza tecnica.
Particolarmente ispirato il cast, con uno strepitoso Gabriele Lavia in perfetta parte…
E indimenticabile Richard Johnson, il perdente che, sin dall’inizio, si capisce essere maledetto in eterno.
Dialoghi centrati e molto accurati, una recitazione calibrata e perfetta ed una trama con sottotrama e meta-significato, fanno di Chi sei? uno dei rarissimi esempi di grande cinema horror italiano.
Pur nascendo sul filone del genere “esorcista”, il film mantiene una dimensione tutta sua, originale ed innovativa, sconfinando più e più volte nella trovata geniale.
Quello che rimane impresso, al termine del film, più della possessione, più del violento esorcismo, più delle oscene escrescenze vomitate dall’invasata, è la figura di Dimitri: un uomo più malinconico, che cattivo; più sfortunato, che fanatico. Una pedina nella scacchiera del Diavolo, che pur credendo di essere dotata di “libero arbitrio” e di coscienza, è parte di un disegno “diabolico” più grande ed indecifrabile…
La barba incolta, lo spolverino sventolato dalle folate di vento, i riflessi (emblematici) nei vetri e negli specchi di quel volto tanto triste e sconsolato, fanno di Chi sei? un esempio insuperabile di cinema “decadente” ed horror…
Un film che, partendo come semplice imitazione, supera (forse anche inconsapevolmente) ogni più rosea aspettativa sia in termini di contenuto, che di stile…
Menzione speciale per l’eccellente colonna sonora, in perfetta simbiosi con l’atmosfera ieratica dell’opera…
Mistero sulla presenza di un cartello luminoso con la scritta Chi sei? che, a detta di alcuni, appare in un dato momento del film nella versione home video Avo film…
Capolavoro.

Recensione a cura di Undying1

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