Quello della necrofilia è uno dei temi che ammorba parte della cinematografia di genere horror. Rivoltante, oscena e squallida, è una parafilia che di tanto in tanto viene inserita attraverso sequenze shock o più semplicemente come filo conduttore di storie che raccontano di declini psicologici e di personaggi ormai alla deriva.
Già nel 1962 Riccardo Freda tratta il tema necrofilo nel notevole horror gotico L’orribile segreto del dr. Hichcock. Nel 1966, anche Nino Guerrieri sfiora la morbosa tematica con “Il terzo occhio” ma negli anni poi si accumuleranno diversi film sulla necrofilia fra cui i cult del cinema estremo.
Di seguito citiamo in ordine alfabetico i migliori titoli horror che trattano in maniera più incisiva e indelebile la necrofilia.
Aftermath (Spagna – 1994) di Nacho Cerdà.
Trama: il corpo di una ragazza finisce all’obitorio per essere sottoposto ad un’autopsia.
Un’atmosfera pungente e gelida caratterizza questo mediometraggio la cui visione scatena repulsione e disgusto.
Abusato e dilaniato, il corpo umano diviene il centro di attrazione di un triste spettacolo sulla morte.
Buio omega (Italia – 1979) di Joe D’amato.
Trama: un giovane imbalsamatore di animali perde prematuramente la sua ragazza. Ossessionato ed incapace di elaborarne il lutto, riesuma il corpo della giovane, la porta a casa e sul suo corpo esegue il rituale dell’imbalsamazione al fine di poterne fermare nel tempo il decadimento.
In questo magnifico rifacimento de Il Terzo Occhio, la storia ha un’impronta decisamente più macabra ed esplicita rispetto a quella del film di Nino Guerrieri.
Deranged – Il folle (Canada, Stati Uniti – 1974) di Jeff Gillen ed Alan Ormsby.
Trama: la morte della madre sconvolge psicologicamente il contadino di mezza età Ezra Cobb, il quale inizia a profanare i cadaveri di un cimitero e ad uccidere.
Disturbante e malsano, Deranged – Il folle è basato sulle gesta del serial killer Ed Gein che ha ispirato film come “Psyco”, “Non aprite quella porta” e “Il silenzio degli innocenti”. Il film rimane impresso anche per il realismo con cui viene rappresentata la follia del protagonista, esempio di necrofilo “feticistico” (persona che rimuove oggetti o parti del corpo da un cadavere senza impegnarsi in rapporti sessuali).
TetroManiac: eROTik (Italia – 2019) di Domiziano Cristopharo.
Liberamente ispirato a Jeffrey Dahmer (1960 – 1994), TetroManiac: eROTik è la rappresentazione di un orrore indefinibile in cui la vita e l’amore si fondono con la morte incutendo nello spettatore un pesante senso di oppressione.
TetroManiac: eROTik approfondisce il tema necrofilo insistendo, con un tocco di pornografia e senza tabù, sui morbosi rapporti a sfondo sessuale ma anche sugli stadi della decomposizione.
Il più estremo insieme ai due Nekromantik.
La necrofila (USA – 1972) di Jacques La Certe.
Trama: tormentata da un trauma infantile, Lindsay sviluppa una feticistica ossessione per la morte e per i cadaveri, morbosamente osservati e ‘desiderati’ durante gli svariati funerali di estranei a cui non manca di partecipare.
Film che narra, in modo piuttosto lineare e composto, la discesa verso la perversione. La necrofila ha il merito di giustapporre la sfera della morbosità con quella più puramente erotica diventando un oscuro precursore di un genere le cui potenzialità visive e narrative erano all’epoca ancora in gran parte da esplorare.
Lucker The Necrophagous (Belgio – 1986) di Johan Vandewoestijne.
Trama: dopo aver trascorso tre anni in una clinica psichiatrica, il serial killer necrofilo John Lucker simula il suicidio per poi fuggire dalla struttura ospedaliera presso cui è ricoverato per continuare a torturare, uccidere e a stuprare i corpi esanimi di altre vittime.
Pellicola estrema belga che fa del tema necrofilo il suo punto di forza. Grottesco, disturbante e profondamente malato, questo film a basso budget riesce nell’intento di risultare estremamente rivoltante. Il precursore extreme sul tema, prodotto un anno prima di Nekromantik.
Macabro (Italia – 1980) di Lamberto Bava.
Trama: l’amante di Jane Baker muore decapitato in un incidente automobilistico. Un anno dopo la donna si trasferisce a casa del suo amato per nutrirsi ancora dei loro ricordi.
Macabro è pregno di un’atmosfera malsana in cui prendono vita sequenze tragiche e inquietanti.
Sicuramente uno dei migliori film di Lamberto Bava.
Maniac (USA – 1980) di William Lustig.
Trama: un folle psicopatico di nome Frank segue, stupra e scalpa alcune ragazze. Ossessionato dal ricordo della madre, l’uomo si circonda di manichini che addobba con gli scalpi estirpati alle giovani vittime.
Il regista dimostra una conoscenza del meccanismo thriller decisamente superiore alla media e confeziona una delle opere più malsane e crude (a causa del contenuto disturbante) degli anni ’80.
Interpretato da Joe Spinell, anche il protagonista di Maniac è un necrofilo “feticistico”.
Nekromantik (Germania – 1987) di Jörg Buttgereit.
Trama: Robert lavora in un’impresa che si occupa di recuperare i cadaveri. Lui e la moglie Betty condividono una passione malsana per l’orrido e la morte tanto che l’uomo porta a casa un corpo che diventerà il loro oggetto sessuale.
Storia malsana di sesso malato all’interno della quale si intravedono venature di tristezza abissale, follia e poesia decadente.
Nekromantik 2 (Germania – 1991) di Jörg Buttgereit.
Trama: Monika, una giovane infermiera, ruba dal cimitero il cadavere di Robert, il ragazzo necrofilo morto nel primo Nekromantik.
Jörg Buttgereit riporta ancora una volta sullo schermo la sua poetica della morte curando maggiormente la regia e impegnandosi nel creare un’atmosfera macabra e decadente in cui tutti gli elementi (splatter, dramma, grottesco, romantico) si intrecciano fino a creare un mood nero e opprimente.
Tra le pellicole degli ultimi ricordiamo inoltre l’impeccabile remake Maniac, lo zombie movie Deadgirl, Thanatomorphose (un esempio di necrofilia “autoinflitta”), la commedia horror Nina Forever e il drammatico-thriller The Corpse of Anna Fritz.